Casa dei Grifi sul Palatino. Note topografiche e pitture (AR 66)
a cura di Maria Elisa Garcia Barraco
- Anno Edizione:
- 2024
- Collana/Rivista:
- Antichita’ Romane - AR
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Archeologia e tutela del patrimonio archeologico - Saggi e Ricerche
Descrizione:
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La casa dei Grifi è una delle più antiche e ben conservate case romane di epoca repubblicana . Situata sul colle Palatino, fu ritrovata durante gli scavi eseguiti da Giacomo Boni, tra il 1912 ed il 1915, al di sotto dell'ala settentrionale del palazzo di Domiziano, in corrispondenza del cosiddetto lararium, e divenne subito famosa per gli splendidi affreschi e i ricchi mosaici pavimentali. Il nome deriva dalla decorazione a stucco di una lunetta con grifoni affrontati di fronte ad una pianta di acanto. La decorazione pittorica della domus è databile tra il II ed il I secolo a.C. e rappresenta una testimonianza di pittura di secondo stile tra le più antiche a noi pervenute. Anche le murature, realizzate in opera incerta con alcuni rifacimenti in opera quasi reticolata, confermano tale datazione e attestano restauri successivi della metà del I secolo a.C.
La casa era articolata su due livelli; del piano superiore, riferibile ad un rifacimento del periodo augusteo, rimangono tracce dei pavimenti in mosaico e lithostroton (tipo di mosaico formato da ciottoli, frammenti di anfore e di marmi, paste vitree). Il piano inferiore, al quale si accede mediante una ripida scala, è quasi completamente scavato all'interno del banco tufaceo del colle. Da un piccolo ambiente, posto ai piedi della scala, si passa per mezzo di una soglia in travertino ad un ambiente di dimensioni maggiori che, a sua volta, dà accesso a due stanze. La prima, sulla destra, presenta un piccolo ingresso coperto a volta. Il pavimento è in mosaico, le pareti sono riccamente decorate con affreschi che, di recente, hanno subito un nuovo accurato restauro. La seconda stanza interpretabile come un atrio appare tagliata da massicce fondazioni di epoca posteriore. Si passa quindi ad una sala nella quale è possibile riconoscere, sul lato di fondo tagliato da fondazioni successive, un cubiculum o stanza da letto. La sala è caratterizzata oltre che dagli affreschi, dal pavimento in mosaico al centro del quale è visibile uno scutulatum (motivo decorativo a rombi). Da questa stanza si accede infine all'ambiente decorato con i due grifi in stucco. Il proprietario di questa domus è stato nel tempo identificato con Catilina, con Q. Hortensius, con Q. Caecilius Metellus Celer con i Fabii ed in particolare con Numerius Fabius Pictor.
Giulio Emanuele Rizzo nel 1936 pubblicò i disegni delle decorazioni delle stanze di questa antica casa, insieme a foto e ad altro materiale documentale di elevato valore scientifico, che ancora oggi ci restituiscono la suggestione dei colori e dei motivi di una pittura parietale più antica di quella pompeiana.