Archi trionfali di Roma. Incisioni seicentesche degli archi di trionfo e dei loro bassorilievi - Giovan Pietro Bellori (AR 69)
di Maria Elisa Garcia Barraco
- Anno Edizione:
- 2024
- Collana/Rivista:
- Antichita’ Romane - AR
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Beni culturali, restauro e tutela del patrimonio culturale
- ISBN:
- 978-88-94820-33-1
Descrizione:
Indice:
Presentazione
Giovan Pietro Bellori - Biografia
Archi trionfali di Roma
Le incisioni
Introduzione
I.Arco di Tito sulla Via Sacra
II.Arco di Settimio Severo nel Foro Romano
III.Numismatica severiana
IV.Arco di Settimio Severo nel Foro Boario
V. Iscrizioni trionfali severiane
VI.Arco di Druso e Gallieno
VII.Arco di Traiano e Costantino
Fregi traianei
Tondi traianei
Fregi di Costantino
VIII.Arco di Marco Aurelio in Campo Marzio
IX. Archi non più esistenti raffigurati sulle monete romane
Una raccolta di tavole, dedicata agli archi trionfali di Roma, di eccezionale valore disegnata da Giovan Pietro Bellori e pubblicata
a Roma nel 1690 per celebrare le magnificenze dei bassorilievi marmorei dei trionfi romani. L’autore riproduce le
evidenze degli archi trionfali ancora esistenti nel Seicento e le testimonianze iconografiche numismatiche di quelli ormai
scomparsi. Le gesta e l’eleganza dei movimenti delle immagini scolpite riportano a quel canone aureo che tanto stimolò
e ispirò tutta l’arte rinascimentale e neoclassica. Non solo una raccolta di bellissime immagini per i lettori e gli eruditi, ma anche uno
strumento di conoscenza per gli addetti ai lavori e per gli artisti che dovevano inserire in modo corretto all’interno dei loro dipinti
riferimenti ai monumenti antichi di Roma, senza averli mai visti dal vivo. Ancora oggi questi disegni sono ricercati e ammirati, al punto
da essere ritenuti più istruttivi per lo studio del monumento delle stesse fotografie.
Giovan Pietro Bellori (Roma, 1613 – Roma, 1696) il massimo storico dell’arte del Seicento italiano, nella sua lunga e versatile
attività erudita, fu anche un grande studioso delle antichità di cui ne divenne, dal 1670 al 1694, “Commissario”
per lo Stato Pontificio. Il suo compito, già rivestito da Raffaello sotto Leone X, fu quello di vigilare sulla dispersione
del patrimonio artistico romano, sugli scavi e sui rinvenimenti, concedendo o meno licenze. Bellori si impegnò, spesso
insieme a Pier Santi Bartoli, in una straordinaria opera di documentazione e pubblicazione dei monumenti della Roma antica
e a lui si deve la prima edizione dei frammenti allora noti della Forma Urbis Severiana, dopo più di cento anni dal loro ritrovamento.
Lavori per noi oggi preziosi perché preservano testimonianza su informazioni e reperti andati perduti nei secoli successivi.