Il Mito di Diana e Atteone in Ovidio (Ipazia, 23)
di Emiliano Ventura
- Anno Edizione:
- 2018
- Collana/Rivista:
- IPAZIA. Collana di antichita’ classiche - ISSN 2611-495X
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Filologia e tradizione dei testi
- ISBN:
- 978-88-94820-84-3
Descrizione:
«Queste cose non furono mai ma sono sempre». Il tempo del mito è racchiuso in questa espressione di Salustio che ancora oggi così bene definisce l’essenza ontologica della religione antica. È vero che tutti i miti ci raccontano di un evento accaduto illo tempore, ma è altresì innegabile che questi, grazie alla loro compiutezza rituale, sono un evento hic et nunc. Al contrario del cristianesimo, il cui tempo inizia con la creazione e procede verso la salvezza, il mito è sempre, è adesso! E la celebrazione della mitologia classica è tutta contenuta nelle monumentali Metamorfosi di Ovidio. Ecco allora comporsi e compiersi davanti ai nostri occhi il mito di Diana ed Atteone il giovane cacciatore che insieme ai suoi cani sta terminando una proficua battuta e si avvicina ad una fonte per dissetarsi, ma come si accosta per bere, scorge Diana e le sue ninfe che si stanno bagnando senza abiti. In un istante si scatena un diluvio di vendetta, Diana si sente offesa e minaccia il giovane, Atteone scappa spaventato dalla dea e non si rende conto che si sta trasformando in un timido cervo, prova a chiedere aiuto, ma muggisce. I suoi splendidi cani, che ha addestrato uno ad uno, lo fiutano ed eccoli, sfilare nella loro magnificenza un istante prima di compiere l’atroce e inconsapevole delitto. Istruiti per abbattere le prede di grossa taglia si avventano sul cervo certi di rendere felice il proprio padrone