IRISH ROME. ROMA IRLANDESE (Ediz. ingl. / it.)
di Vittorio e Roswitha Di Martino
- Anno Edizione:
- 2015
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Storia locale
- ISBN:
- 978-88-97805-54-0
Descrizione:
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Con premessa di Bobby McDonagh, Ambassador of Ireland to Italy
CONTENTS - INDICE
Preamble/Premessa
RÉAMHRÁ/Introduction/Introduzione
Foreword/Prefafazione
Acknowledgements/Ringraziamenti
I. Luke Wadding and the Franciscans at Sant’Isidoro
Luke Wadding e i Francescani a Sant’Isidoro
II. The tomb of Donnchad, son of King Brian Boru, in Santo Stefano Rotondo
La tomba di Donnchad, figlio del re Brian Boru, a Santo Stefano Rotondo
III. In search of the relics of St Patrick
Alla ricerca delle reliquie di San Patrizio
IV. Villa Spada - The Irish Embassy to the Italian State
Villa Spada - L’Ambasciata irlandese presso lo Stato italiano
V. The gravestone of Charles Mac Raghnaill in the cloister of the Lateran Basilica
La pietra tombale di Charles Mac Raghnaill nel chiostro della Basilica Lateranense
VI. The Earls of Tyrone and Tyrconnel in San Pietro in Montorio
I conti di Tyrone and Tyrconnel a San Pietro in Montorio
VII. The Irish Pallottines at San Silvestro in Capite
I Pallottini irlandesi a San Silvestro in Capite
VIII. Elisabeth Kenny, Marquise Rondanini
Elisabeth Kenny, marchesa Rondanini
IX. Oscar Wilde and James Joyce in Rome
Oscar Wilde e James Joyce a Roma
X. The Irish horses of the Presidential Guard
I cavalli irlandesi della Guardia Presidenziale
XI. Irish memories at Sant’Agata dei Goti
Memorie irlandesi a Sant’Agata dei Goti
XII. Resting in peace in Rome forever
Riposare in pace a Roma per sempre
XIII. Irish artists in Rome
Artisti irlandesi a Roma
XIV. The Irish brigade of the Zouaves fighting in the papal forces
La brigata irlandese degli Zuavi pontifici
XV. The heart of Daniel O’ Connell in the Irish College
Il cuore di Daniel O’ Connell al Collegio Irlandese
XVI. Irish gentlemen at the Stuart Court in Rome
Gentiluomini irlandesi alla corte romana degli Stuart
XVII. Joseph Mullooly at San Clemente
Joseph Mullooly a San Clemente
XVIII. The Irish Augustinians at St Patrick’s
Gli Agostiniani irlandesi a San Patrizio
XIX. The scarlet pimpernel of the Vatican
La primula rossa del Vaticano
Afterword/Postfafazione
Bibliography/Bibliografia
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Introduzione di Mícheál Mac Craith ofm - Collegio S. Isidoro:
«Andare a Roma,
Poco beneficio, molta fatica:
Il re che cercate,
A meno che non lo portiate con voi, lì non lo troverete».
Sembra che già nel IX secolo, gli irlandesi benestanti si recassero abitualmente in pellegrinaggio a Roma. E fu questa moda che ispirò un autore anonimo a comporre le righe di cui sopra, con la chiara intenzione di enfatizzare la natura della vera felicità come qualcosa di essenzialmente interiore. Donncha Ó Briain, un figlio di Brian Boru, era anch’egli in pellegrinaggio a Roma quando vi morì nel 1064, e la sua lapide è ancora visibile nella chiesa di Santo Stefano Rotondo.
Il XVII secolo, tuttavia, rappresenta l’età dell’oro per gli irlandesi a Roma. Questa si rivelò essere la meta finale dei principi dell’Ulster, quando Filippo III di Spagna non fu disposto ad accoglierli nei suoi domini. Hugh O’Neill morì nella città eterna, nel 1616, e fu sepolto assieme ai compagni nella chiesa francescana spagnola di San Pietro in Montorio. Di lì a breve vennero istituiti una serie di collegi irlandesi. I Francescani furono, nel 1625, i primi a fondare un college nella città eterna. Tre anni più tardi, venne istituito un collegio per il clero diocesano irlandese. Gli Agostiniani seguirono l’esempio nel 1656, i Domenicani nel 1677. Si potrebbe quindi affermare che alla fine del XVII secolo, a Roma era presente una vera e propria comunità irlandese. Questa raggiunse una nuova dimensione quando il papa permise a Giacomo III di istituire a Roma, nel 1719, una corte in esilio. Finché durò la causa degli Stuart, sostenitori Giacobiti, sia chierici che laici, accorsero alla corte di Palazzo Muti. Non vi furono, però, solo chierici e politici, ma anche artisti, musicisti e pittori, alla corte degli Stuart. Mentre gli irlandesi amano vantarsi del fatto che la prima rappresentazione del Messia di Händel si svolse a Dublino, nel mese di aprile del 1742, vale la pena tener presente che Händel salì alla ribalta proprio alla corte degli Stuart a Roma.
Gli irlandesi hanno lasciato il segno nella storia e nel paesaggio di Roma. Siamo molto grati a Vittorio e Roswitha Di Martino per l’accurata ricerca di queste tracce e per la loro divulgazione al pubblico, così piacevole e di facile lettura. Speriamo che gli autori non considerino il loro lavoro di poco beneficio e di molta fatica, echeggiando le righe succitate. Sarà invece l’esatto contrario per coloro che utilizzeranno il loro libro. Non si può, infatti, visitare Roma senza cadere sotto l’incantesimo della storia, della bellezza e del mistero della Città Eterna. Grazie a Vittorio e Roswitha ora dobbiamo aggiungere una dimensione irlandese a questa magia.