IRISH ROME. ROMA IRLANDESE (Ediz. ingl. / it.)

di Vittorio e Roswitha Di Martino

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    Prezzo: € 38.00
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    Descrizione:

    F.to 20,5x23,5 cm, 196 pp., con 103 ill. in b/n e a col.-  testo bilingue italiano-inglese bilingual english-italian

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    Con premessa di Bobby McDonagh, Ambassador of Ireland to Italy

    CONTENTS - INDICE
    Preamble/Premessa
    RÉAMHRÁ/Introduction/Introduzione
    Foreword/Prefafazione
    Acknowledgements/Ringraziamenti
    I. Luke Wadding and the Franciscans at Sant’Isidoro
    Luke Wadding e i Francescani a Sant’Isidoro
    II. The tomb of Donnchad, son of King Brian Boru, in Santo Stefano Rotondo
    La tomba di Donnchad, figlio del re Brian Boru, a Santo Stefano Rotondo
    III. In search of the relics of St Patrick
    Alla ricerca delle reliquie di San Patrizio
    IV. Villa Spada - The Irish Embassy to the Italian State
    Villa Spada - L’Ambasciata irlandese presso lo Stato italiano
    V. The gravestone of Charles Mac Raghnaill in the cloister of the Lateran Basilica
    La pietra tombale di Charles Mac Raghnaill nel chiostro della Basilica Lateranense
    VI. The Earls of Tyrone and Tyrconnel in San Pietro in Montorio
    I conti di Tyrone and Tyrconnel a San Pietro in Montorio
    VII. The Irish Pallottines at San Silvestro in Capite
    I Pallottini irlandesi a San Silvestro in Capite
    VIII. Elisabeth Kenny, Marquise Rondanini
    Elisabeth Kenny, marchesa Rondanini
    IX. Oscar Wilde and James Joyce in Rome
    Oscar Wilde e James Joyce a Roma
    X. The Irish horses of the Presidential Guard
    I cavalli irlandesi della Guardia Presidenziale
    XI. Irish memories at Sant’Agata dei Goti
    Memorie irlandesi a Sant’Agata dei Goti
    XII. Resting in peace in Rome forever
    Riposare in pace a Roma per sempre
    XIII. Irish artists in Rome
    Artisti irlandesi a Roma
    XIV. The Irish brigade of the Zouaves fighting in the papal forces
    La brigata irlandese degli Zuavi pontifici
    XV. The heart of Daniel O’ Connell in the Irish College
    Il cuore di Daniel O’ Connell al Collegio Irlandese
    XVI. Irish gentlemen at the Stuart Court in Rome
    Gentiluomini irlandesi alla corte romana degli Stuart
    XVII. Joseph Mullooly at San Clemente
    Joseph Mullooly a San Clemente
    XVIII. The Irish Augustinians at St Patrick’s
    Gli Agostiniani irlandesi a San Patrizio
    XIX. The scarlet pimpernel of the Vatican
    La primula rossa del Vaticano
    Afterword/Postfafazione
    Bibliography/Bibliografia


    ***


    Introduzione di Mícheál Mac Craith ofm - Collegio S. Isidoro:

    «Andare a Roma,
    Poco beneficio, molta fatica:
    Il re che cercate,
    A meno che non lo portiate con voi, lì non lo troverete».


    Sembra che già nel IX secolo, gli irlandesi benestanti si recassero abitualmente in pellegrinaggio a Roma. E fu questa moda che ispirò un autore anonimo a comporre le righe di cui sopra, con la chiara intenzione di enfatizzare la natura della vera felicità come qualcosa di essenzialmente interiore. Donncha Ó Briain, un figlio di Brian Boru, era anch’egli in pellegrinaggio a Roma quando vi morì nel 1064, e la sua lapide è ancora visibile nella chiesa di Santo Stefano Rotondo.
    Il XVII secolo, tuttavia, rappresenta l’età dell’oro per gli irlandesi a Roma. Questa si rivelò essere la meta finale dei principi dell’Ulster, quando Filippo III di Spagna non fu disposto ad accoglierli nei suoi domini. Hugh O’Neill morì nella città eterna, nel 1616, e fu sepolto assieme ai compagni nella chiesa francescana spagnola di San Pietro in Montorio. Di lì a breve vennero istituiti una serie di collegi irlandesi. I Francescani furono, nel 1625, i primi a fondare un college nella città eterna. Tre anni più tardi, venne istituito un collegio per il clero diocesano irlandese. Gli Agostiniani seguirono l’esempio nel 1656, i Domenicani nel 1677. Si potrebbe quindi affermare che alla fine del XVII secolo, a Roma era presente una vera e propria comunità irlandese. Questa raggiunse una nuova dimensione quando il papa permise a Giacomo III di istituire a Roma, nel 1719, una corte in esilio. Finché durò la causa degli Stuart, sostenitori Giacobiti, sia chierici che laici, accorsero alla corte di Palazzo Muti. Non vi furono, però, solo chierici e politici, ma anche artisti, musicisti e pittori, alla corte degli Stuart. Mentre gli irlandesi amano vantarsi del fatto che la prima rappresentazione del Messia di Händel si svolse a Dublino, nel mese di aprile del 1742, vale la pena tener presente che Händel salì alla ribalta proprio alla corte degli Stuart a Roma.
    Gli irlandesi hanno lasciato il segno nella storia e nel paesaggio di Roma. Siamo molto grati a Vittorio e Roswitha Di Martino per l’accurata ricerca di queste tracce e per la loro divulgazione al pubblico, così piacevole e di facile lettura. Speriamo che gli autori non considerino il loro lavoro di poco beneficio e di molta fatica, echeggiando le righe succitate. Sarà invece l’esatto contrario per coloro che utilizzeranno il loro libro. Non si può, infatti, visitare Roma senza cadere sotto l’incantesimo della storia, della bellezza e del mistero della Città Eterna. Grazie a Vittorio e Roswitha ora dobbiamo aggiungere una dimensione irlandese a questa magia.