Storia edilizia di Roma antica. Dall'epoca dei re alle invasioni barbariche - AR;9
di Giuseppe Lugli
- Anno Edizione:
- 2014
- Collana/Rivista:
- Antichita’ Romane - AR
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Archeologia e tutela del patrimonio archeologico - Saggi e Ricerche
- ISBN:
- 978-88-97805-17-5
Descrizione:
Indice:
Premessa
M. E. Garcia Barraco, Tipologie delle tecniche edilizie e materiali da costruzione in epoca romana
M. E. Garcia Barraco, Nota biografica
G. Lugli, Storia edilizia di Roma antica
I. La Roma dei Re (754-510 a.C.)
II. I primi secoli del regime repubblicano (510-140 a.C.)
III. L’inizio della città monumentale (140-30 a.C.)
IV. Il Regno di Augusto (30 a.C. – 14 d.C.)
V. Gli imperatori Giulio-Claudi (14-69 d.C.)
VI. Il periodo aureo dell’edilizia romana (69-217)
VII. Le ultime fasi di Roma imperiale (217-403)
VIII. La fine del paganesimo e le prime invasioni barbariche (403-608)
Appendice I - G. Lugli, Architettura italica
Appendice II - M. E. Garcia Barraco, I materiali e le tecniche costruttive romane nel De Architectura di Vitruvio
Indice dei nomi e dei luoghi
Abstract:
Una pratica guida che percorre tutte le fasi dell’edilizia pubblica e privata di Roma antica, analizzando le varie tecniche con cui i Romani costruirono la loro città nel corso dei secoli. Un’analisi che si basa sullo studio archeologico e topografico dei monumenti e che spiega alcuni luoghi comuni come ad esempio la celebre frase che Augusto stesso scrisse nel suo testamento: «Trovai la città di mattoni e la lasciai di marmo». In realtà l’architettura di Augusto rimase essenzialmente tradizionalista, il vero mattone, cioè il laterculus bessalis, cotto in fornace, fu usato abitualmente come elemento struttivo dei muri soltanto sotto il regno del suo successore, Tiberio e questo apportò notevoli cambiamenti nell’arte edilizia romana. Prima, il modo abituale di costruire era quello dei mattoni cotti al sole rivestiti da un leggero strato di intonaco Sotto Augusto il sistema normale di costruzione rimase l’opus reticulatum, per i piccoli edifici e per le parti secondarie dei grandi, e l’opus quadratum, per i maggiori, ambedue come rivestimento esterno di un nucleo più interno formato di opus caementicium, i monumenti augustei furono rivestiti del bianco marmo lunense, e la città acquistò un nuovo colore.
Autore:
Giuseppe Lugli nacque a Roma il 18 luglio 1890. Frequentò le lezioni del fondatore dei moderni studi di topografia romana: Rodolfo Lanciani presso l’Università La Sapienza di Roma. Nel 1913 si laureò brillantemente con una dissertazione sulle antichità dei Colli Albani dedicata alla villa di Domiziano a Castel Gandolfo, per completare la quale adoperò, tra i primi in Italia, l’aerofotogrammetria volando su un piccolo Zeppelin sopra il lago di Albano. Dal 1914 al 1925 fu assistente di ruolo alla cattedra di Archeologia Storia dell’Arte. Fu soprattutto il suo nuovo metodo di ricerca ad imporsi nel mondo scientifico: ricostruire le vicende di un edificio dall’esame delle strutture murarie e dalle tecniche costruttive utilizzate. Pubblicò circa 230 opere tra cui un ampio manuale (I monumenti antichi di Roma e suburbio, 3 voll. e un Supplemento, 1930-40), ricerche sulla tecnica costruttiva e sull'architettura (La tecnica edilizia romana con particolare riguardo a Roma e Lazio, 2 voll., 1957). Iniziò la pubblicazione sistematica dei Fontes ad topographiam veteris urbis Romae pertinentes e fu il promotore del progetto Forma Italiae. Ebbe come fedele e prezioso collaboratore, l’architetto Italo Gismondi, che lo aiutò nel corredo grafico e nei disegni delle relazioni archeologiche e topografiche.
Dal 1933 al 1961 rivestì la docenza per la cattedra di topografia romana nell'università di Roma e si legò ad importanti istituzioni quali l’Accademia dei Lincei, L’Unione Accademica Internazionale, l’Accademia di San Luca, l’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte.