Montella: l'area murata del Monte. Ricerche archeologiche nel settore nord - Carlo Ebanista - Collana: Archeologia Postclassica; 8 ISSN 2035-4118
di Carlo Ebanista
- Anno Edizione:
- 2013
- Casa Editrice:
- Arte Tipografica - Napoli
- Argomento:
- Archeologia e tutela del patrimonio archeologico - Saggi e Ricerche
- ISBN:
- 978-88-6419-084-6
- ISSN:
- 2035-4118
Descrizione:
COLLANA: ARCHEOLOGIA POSTCLASSICA N. 8 – ISSN 2035-4118
Delle indagini archeologiche condotte da Marcello Rotili nell’area murata del Monte di Montella (Avellino) tra il 1980 e il 2007 il volume illustra
quelle che hanno interessato il settore nord fra il 1985 e il ’90. Gli scavi hanno rilevato le numerose fasi nelle quali si è articolata la frequentazione di questa
parte dell’insediamento, evidenziando l’impianto di un piccolo cimitero relativo al villaggio di capanne del VI-VII secolo sorto in rapporto al graduale
abbandono del fondovalle: un fenomeno, quest’ultimo, consueto fra la tarda antichità ed il primo alto medioevo, che accomuna Montella a tante altre
località appenniniche. L’occupazione dell’altura, che in alcuni casi risulta ancor più precoce, fu seguita dall’evoluzione dell’insediamento nel centro curtense
menzionato in un giudicato di Arechi II del 762; nel settore nord venne costruita un’abitazione con un silos. In concomitanza con l’istituzione del
gastaldato di Montella, documentato dall’849, il magazzino fu demolito e colmato per costruire il circuito murario che racchiuse il villaggio. A breve
distanza venne edificata una nuova abitazione dotata di una cisterna che contribuisce a testimoniare la continuità d’uso dell’area a fini abitativi. Tale
funzione venne meno solo alla fine del X secolo per effetto del terremoto del 989 che danneggiò il circuito murario e le case, determinando la contrazione
dell’abitato alla parte sommitale dell’altura e il rinnovato utilizzo cimiteriale del settore nord dagli inizi dell’XI secolo se non dalla fine del precedente.
L’impiego funerario proseguì ininterrottamente sino alla fine del Duecento, quando l’intera area venne terrazzata nell’ambito della ristrutturazione a parcogiardino
di delizie promossa dalla casa regnante angioina che fece del castello e degli spazi circostanti una sede per le cacce e gli svaghi della corte. Da quel
momento il settore nord, attraversato dalla strada che sale al castello, divenne solo una zona di passaggio, segnata dalla presenza di una cappella, sorta
molto probabilmente sui resti di un precedente edificio di culto intorno al quale erano state sistemate le sepolture. L’analisi delle stratigrafie, dei manufatti,
dei resti botanici, delle faune e degli scheletri ha consentito di delineare un quadro piuttosto articolato sull’alimentazione, sull’agricoltura e sull’allevamento.
I manufatti ceramici trovano puntuali riscontri nelle produzioni documentate nei vicini centri dell’Alta Irpinia, del Beneventano e dell’area costiera della
Campania, sebbene non manchino contatti con oggetti realizzati in aree più lontane.