Favella. Un villaggio del Neolitico antico nella Sibaritide - Vincenzo Tinè

di Vincenzo Tinè

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    Descrizione:


    Favella : Un villaggio neolitico nella Sibaritide / a cura di Vincenzo Tinè. - Roma : Istituto Poligrafico e Zecca dello stato, 2009. - 629 p. : ill. ; 29 cm. ((In testa al front.: MiBAC, Direzione Generali per i Beni Archeologici ; Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico "L. Pigorini".

    Il villaggio neolitico di Favella è stato scoperto cinquant'anni fa (1957), indagato per la prima volta all'inizio degli anni '60 e scavato quasi in continuità tra il 1990 e il 2002. Come spesso accade, lunghi e faticosi anni di studio ed elaborazione sono stati necessari, poi, per arrivare alla pubblicazione dei risultati delle ricerche.

    Dopo tanti anni Favella è ancora l'unico sito neolitico noto in tutta la piana di Sibari e uno dei pochissimi esplorati sistematicamente per quanto riguarda la più antica fase della neolitizzazione del Sud-Est: quella caratterizzata, all'inizio del VI millennio a.C., dalle cosiddette Ceramiche Impresse Arcaiche. Purtroppo, la profonda alterazione del paesaggio della Sibaritide, a seguito dell'introduzione dell'agricoltura meccanizzata, ha profondamente compromesso la conservazione del record archeologico originario – già interessato dall'impatto agrario di età classica ed ellenistica – e gravemente menomato le possibilità di lettura e interpretazione.

    Tenendo presenti questi limiti per quanto riguarda l'assetto stratigrafico residuale del sito, l'importanza di Favella per la prima storia del territorio Sibari appare, in ogni caso, secondaria rispetto alla possibilità, che questo sito offre, di indagare la fase iniziale della neolitizzazione in un contesto sostanzialmente monofase. La rioccupazione del sito nelle fasi più avanzate del Neolitico (recente e finale) è, infatti, distanziata dalla prima di almeno 1500 anni, caratterizzandosi in maniera del tutto diversa per quanto riguarda l'intero spettro ergologico: dalla cultura materiale alle risultanze strutturali.

    Il breve arco di vita della prima fase di occupazione neolitica di Favella, circoscritto dall'esclusiva presenza di ceramiche impresse di tipo arcaico e dalle datazioni radiometriche ai primi secoli del VI millennio a.C., rappresenta la migliore garanzia di un'analisi specifica, senza che siano possibili inquinamenti e commistioni con materiali di fasi immediatamente successive, come tipicamente avviene negli altri siti-chiave dello stesso orizzonte. Questa particolarità era già stata intuita da Santo Tiné con le brevi campagne degli anni '60 e ha motivato la ripresa degli scavi a Favella nel 1990 e la lunga e complicata fase gestionale dei dati ricavati dalle indagini.