Aedes Herculis. Il tempio perduto di Ercole nel Foro Boario a Roma - (AR, 57)
di Marco Castracane
- Anno Edizione:
- 2023
- Collana/Rivista:
- Antichita’ Romane - AR
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Beni culturali, restauro e tutela del patrimonio culturale
- ISBN:
- 78-88-31341-79-0
Descrizione:
Analisi dei disegni di Baldassare Peruzzi e delle testimonianze antiquarie tra Quattrocento e Cinquecento per ricostruire le vicende del tempio l’Aedes Æmiliana Herculis, il tempio circolare dedicato ad Ercole nel Foro Boario che doveva costituire un unico complesso con l'Ara Maxima, completamente smantellato alla fine del Quattrocento.
Maria Elisa Garcia Barraco - Il Foro Boario e il culto di Hercules in epoca romana
Marco Castracane - Bramante e il tempio di Ercole nel Foro Boario 7
La scoperta della statua in bronzo dorato di Ercole e
dell’Aedes Aemiliana Herculis 9
Le testimonianze degli umanisti 13
L’intervento di papa Sisto IV della Rovere 19
Fonti classiche e interpretazioni archeologiche
moderne 21
Una forma particolare 27
Le rappresentazioni degli architetti
del Rinascimento 31
La pianta centrale 36
I progetti di papa Sisto IV della Rovere 41
Il convento del Gianicolo 43
L’intervento degli Spagnoli 46
L’arrivo del Bramante a Roma 49
Il riuso dell’antico e il cardinale
Raffaele Riario della Rovere 53
Illustrazioni 61
Appendice
Giovanni Battista De Rossi - L’ara Massima e il tempio d’Ercole nel Foro Boario
Nel Foro Boario vi erano in epoca romana diversi santuari dedicati ad Ercole, ma le molteplici possibili interpretazioni dei testi antichi e la difficoltà nell’individuare alcuni monumenti hanno indotto a confusione sul numero e sul nome dei santuari dedicati a tale divinità nella zona dedicata al mercato delle carni, in particolare nel ristretto perimetro della sua parte sud-orientale, verso gli accessi al Circo Massimo. Se il tempio di Ercole Olivarius, ancora pressoché intatto, è ben identificato, gli altri santuari attestati sono l’Ara Maxima di Hercules invictus ridotto allo stato di vestigia nella cripta della chiesa di Santa Maria in Cosmedin oltre che l’Aedes Æmiliana Herculis, tempio circolare oggi scomparso e di cui è incerta l’ubicazione precisa, probabilmente a nord della chiesa
medievale di Santa Maria in Cosmedin. Vitruvio menziona un altro santuario di stile etrusco, l’Aedes Pompeiana Herculis, ma sembra essere un altro nome
dato Ara Maxima. Qui prenderemo in esame il tempio perduto, smantellato sotto il pontificato si Sisto IV alla fine del Quattrocento di cui però rimangono
delle testimonianze preziose di antiquari ed artisti che lo salvarono dall’oblio.
Alla fine della terza guerra Punica, Scipione Emiliano, uno dei vincitori della battaglia di Corinto, nel 142 a.C., avrebbe fatto erigere l’Aedes Æmiliana Herculis, un tempio rotondo, a tholos con stucchi di stile greco, circondato da un colonnato tuscanico e decorato con affreschi dipinti da Pacuvio, artista e poeta legato al circolo degli Scipioni di cui Plinio ci testimonia l’attività di pittore per questo tempio (Plinio il Vecchio, Naturalis historia, XXXV, 19). Il tempio sembrerebbe raffigurato su un disegno di Baldassarre Peruzzi (inizi del XVI secolo) anche se risulta smantellato qualche decennio prima, sotto il pontificato di Sisto IV (il promotore della costruzione della Cappella Sistina) nel XV secolo.
Durante la rimozione dei resti dell’Aedes Æmiliana Herculis,fu ritrovata anche la statua in bronzo dorato di Ercole del Foro Boario (identica a quella rinvenuta intatta nel 1864 sotto il cortile di Palazzo Pio Righetti, vicino a Campo de’ Fiori nell’area del Teatro di Pompeo), inserita già nel 1510 nelle collezioni del Palazzo
dei Conservatori. Il Peruzzi era giunto a Roma come allievo del Bramante e stava iniziando a collaborare con Raffaello, sviluppando una grande sensibilità per
il recupero dell’antico, come i suoi maestri ed altri contemporanei antiquari che appuntarono informazini per noi oggi indispensabili alla conoscenza del monumento.