Il tabacco in Toscana in un manoscritto del Cinquecento le proprietà curative della divina erba sperimentate a Lisbona da Jean Nicot - Lucia Paoli

di Lucia Paoli

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    126 pagine/pages
    57 illustrazioni/illustrations.La piccola raccolta di rimedi ha il pregio di presentare l’erba già conosciuta da alcuni decenni, usata come fumo e soprattutto come polvere da annusare. Si tratta del tabacco, legittimato e sperimentato soprattutto come erba officinale per opera del francese Jean Nicot, che la prova durante il suo soggiorno a Lisbona intorno all’anno 1560 e la invia poi al giovane re di Francia Francesco II e alla regina madre Caterina de’ Medici. Sarebbe proprio lui a fornire precisi dettagli sulla guarigione di malattie della pelle con l’applicazione del succo delle foglie del tabacco, che giunge in Toscana come pianta dalle miracolose proprietà curative.
    Con le esplorazioni e conquiste dei continenti extraeuropei, e in particolare delle Americhe, dal Cinquecento giungeva in Europa ogni sorta di nuove piante, scambiate da una corte all’altra come preziose novità. Molte arricchivano la farmacopea, basata al tempo sugli insegnamenti degli antichi maestri greci e romani come Galeno, Dioscoride, Plinio il Vecchio. La medicina si confrontava con gli usi dei popoli indigeni che se ne servivano per scopi curativi e rituali. Il monopolio delle scoperte era di spagnoli e portoghesi che gestivano i traffici con le nuove terre. Solo ai religiosi era consentito di circolare liberamente per scoprire e portare a Roma i prodotti più rari. Il centro dell’interesse per le piante esotiche era Lisbona: provenienti dal Brasile, scoperto nell’anno 1500 da Pedro Alvares Cabral, si coltivavano nei giardini più esclusivi, quelli del re e dei monasteri. Nel Mediterraneo entravano da Siviglia le ricchezze del Nuovo Mondo: oro e argento insieme ai frutti dell’area caraibica destinati a sconfiggere lo spettro della carestia. Ma la pianta che si diffuse con straordinaria velocità fu il tabacco, consumato dagli amerindi a scopo rituale, portato da Lisbona alla corte di Parigi dall’ambasciatore francese Jean Nicot, che ne aveva sperimentato le qualità curative sulle malattie della pelle, i cui risultati sono presentati nel manoscritto che pubblichiamo. Inviato a Firenze dalla Francia, insieme alle ricette, questo ci presenta anche personaggi dell’aristocrazia francese gravitante intorno alla corte di Caterina de’ Medici: una società di privilegiati ma, come tutti gli uomini, in lotta contro la malattia e la morte.



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