L’arte di vivere al tempo di Roma. I luoghi del tempo nelle domus di Pompei - a cura di Simona Rafanelli
di SIMONA RAFANELLI
- Anno Edizione:
- 2017
- Casa Editrice:
- L’Erma di Bretschneider - Roma
- Argomento:
- Pompeianistica, archeologia e storia della Campania antica
- ISBN:
- 978-88-913-2437-6
Descrizione:
Rilegatura: Brossura
Pagine: 208, 20 ill. B/N, 190 ill. Col.
Formato: 21 x 21 cm
Prefazione
Il progetto scientifico
Il progetto di allestimento
L' efebo di via dell' Abbondanza
Catalogo. I luoghi del tempo nelle domus di Pompei
I. La grande scultura in bronzo
L' Efebo di via dell' Abbondanza: storia di una scoperta
L' Efebo di via dell' Abbondanza: storia del restauro
II. Gli affreschi
La quadrearia del Tablino
III. La casa e i suoi arredi
L' illuminazione artificiale
IV. Il culto domestico a Pompei
V. La cucina e dispensa
VI. L' alimentazione
VII. Il banchetto
VIII. La toeletta
IX. I luoghi dell'otium. Il giardino
X. L' angolo della musica
Bibliografia
Un' opportunità e un privilegio: questo, chiuso nello spazio breve e angusto di una formula, il senso intrinseco della Mostra che il Museo civico archeologico di Vetulonia si prepara ad accogliere nel 2017. Il privilegio, concesso in primo luogo dal Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli Paolo Giulierini e dal Curatore capo delle Collezioni Valeria Sampaolo, di collaborare con il principale museo archeologico d' Italia, per allestire una Mostra che vanta la prerogativa di ospitare, per la prima volta in Toscana, una selezione straordinaria di reperti provenienti da Pompei e dalle altre importanti realtà dell' area vesuviana (Ercolano e Stabia) e conservati a Napoli sin dal tempo della loro scoperta. Unica ad oggi, fra le città etrusche, ad ospitare la più bella statua di Pompei, come la definì l' archeologo Amedeo Maiuri all' indomani della sua scoperta, Vetulonia rappresenta oggi la destinazione prossima del celeberrimo Efèbo dalla via dell' Abbondanza, dopo quella di Pompei, sul suolo nazionale, e le tappe estere segnate dalla Corea e dal Giappone e, infine, dal Paul Getty Museum di Los Angeles, da dove la splendida statua in bronzo è rientrata nel 2012.
Direttamente derivata da un siffatto privilegio, è l' opportunità di offrire al vasto pubblico di studiosi e appassionati la possibilità di conoscere, nel cuore del territorio della Toscana etrusca, quella che a buon diritto rappresenta, nei tratti sublimati della romanità impressi nel volto della Pompei del 79 d.C., l' eccellenza della realtà archeologica nazionale. E ancora, strettamente congiunta ad essa, l' opportunità ulteriore di riconoscere, a distanza ravvicinata, in un territorio come quello della Maremma antica, che custodisce le vestigia di ben due delle dodici città etrusche che formarono la ben nota Dodecapoli, quei sottili eppur robusti legami che Roma seppe intrecciare con una città, come l' etrusca Vetulonia, che, teste il poeta Silio Italico, donò a Roma stessa i simboli del suo potere e che, negli ultimi secoli della sua vicenda storica, grazie alla pacifica convivenza e all' opera di mediazione compiuta da Roma, poté attingere a piene mani alla fonte inesauribile di cultura prodotta in terra greca, che permeò sul suolo italiano i vertici dell' espressione di ogni forma d' arte. Cultura romana e, per suo tramite, cultura greca modellano la fisionomia architettonica, sociale, artistica, religiosa, letteraria di queste due antiche protagoniste della storia nella fascia centrale della Penisola, che giungono loro malgrado a condividere, nella forma della città, tipologie strutturali e planimetriche, accanto a tecniche decorative pavimentali, delle maggiori unità abitative e persino le divinità legate al culto domestico e cittadino. Due comunità, quelle dell' etrusca Vetulonia e della romana Pompei, che finiscono per condividere, sotto il comune denominatore di una fine improvvisa, anche la sorte funesta ad esse riservata: quella di perire per mano di un avverso quanto inatteso destino celato, per l' una, nelle vesti di una catastrofe naturale e, per l' altra, in quelle di un atto violento di rappresaglia perpetrato dall' esercito di Silla. Entrambe realtà fermate nel tempo, fissate nell' attimo ultimo della loro scomparsa e rimaste intatte nella loro distruzione, congelate nella memoria storica e ancorate per sempre al momento della loro tragica morte.