Monte Mario. Dal medioevo alle idee di parco - a cura di Marcello Fagiolo con Alessandro Mazza

di Marcello Fagiolo

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  • Prezzo: € 70.00
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    Descrizione:

    formato cm 23,5x28, pag. 432, ill. a colori e in bianco e nero 
    Il volume è la prima monografia generale su Monte Mario, articolata nei vari aspetti storici, artistici e architettonici dal medioevo fino alle idee di parco novecentesche, nell’ambito della piacentiniana “corona dei colli” che si prolunga nel misterioso itinerario dantesco ideato di Raffaele de Vico. Si ritiene che sul monte si trovasse la villa di Marziale con la spettacolosa vista sui sette Colli: una postazione che diverrà meta costante di osservazioni e di mirabili vedute panoramiche. Successivamente il Monte verrà caratterizzato dalla presenza di ville, edifici religiosi e apprestamenti difensivi (dagli attendamenti imperiali fino agli accampamenti degli eserciti assedianti e infine al Forte di fine ‘800).

     Il nome medievale “Monte Malo” (forse dovuto a un eccidio) è reso celebre dalla terzina di Dante che compendia la vicenda di ascese e cadute di Roma. E il “Monte Malo” conviveva col “Monte Gaudio” dei Romei giubilanti che avevano qui la prima visione del Vaticano. E’ attestato anche il nome “Monte Mare”, legato agli strati di sabbie marine e insieme alla possibilità di spaziare dai monti fino al mare lontano. Il nome “Mario” si deve finalmente al “magnifico” Mario Mellini con la sua splendida Villa-Accademia-Museo.

     La peculiarità del Monte è quella di un punto di vista “esterno”, per chi arriva a osservare la città con un sentimento di conquista e di dominio visivo: dall’estasi dei pellegrini fino all’emozione dei viaggiatori del Grand Tour al cospetto della Città Eterna. La sacralità del Monte parte dalla leggendaria apparizione a Costantino della Croce, nella cui memoria sorse nel 1350 la chiesetta della Santa Croce, ampliata a fine ‘600 con un impianto interpretabile come Labaro costantiniano.

     Dal ‘400 si diffonde un sistema di vigne e di ville a caratterizzare il Monte come una sorta di collis hortulorum, al modo dell’antico Pincio. Esemplare la Villa Madama, orientata da Raffaello verso il ponte Milvio, luogo della vittoria “cruciale” di Costantino. Secondo fondamentale modello è la villa Mellini, concepita come Casina-belvedere, con una tipologia frequente sui colli di Roma.

     Il Monte diverrà luogo di scienza e di cura, baricentro geografico (torretta del Primo Meridiano d’Italia) e dal 1938, con l’Osservatorio-Museo, avrà l’ultima metamorfosi come ideale osservatorio sull’universo.



     Contributi di Aldo Altamore, Roberto Banchini, Sandro Bari, Giuseppe Bonaccorso, Vincenzo Cazzato, Simonetta Ceccarelli, Anna Maria Cerioni, Annarosa Cerutti Fusco, Pier Andrea De Rosa, Marina De Santis, Massimo De Vico Fallani, Francesca Di Castro, Francesco Paolo Di Teodoro, Marco Faccini, Marcello Fagiolo, Franca Fedeli Bernardini, Luciana Frapiselli, Maria Barbara Guerrieri Borsoi, Claudio Impiglia, Carolina Marconi, Alessandro Mazza, Francesco Poppi, Elisabetta Procida, Simone Quilici, Sandro Santolini.