Le chiavi del Paradiso. Primato petrino e devozione mariana di Sisto IV tra Cappella Sistina e S. Maria della Pace - L. CAPPELLETTI - S. BENEDETTI

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  • Prezzo: € 20.00
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    Descrizione:

    potfaz. F. Andreani

    In 8° grande , bross. edi.t, 118 pagine, 55 tavole a colori.


    Che cosa c'è dietro l'edificio a pianta centrale (forse il più famoso edificio dipinto di tutta la pittura rinascimentale) che campeggia sullo sfondo della Consegna delle chiavi di Perugino? Si tratta di un'architettura di pura fantasia o è possibile individuare un edificio reale come suo prototipo? E, se sì, quale edificio? Con quale significato? Perché lo incorniciano le due facce dell'Arco di Costantino? E qual è il vero senso dell'epigrafe dedicatoria dipinta che compare sull'attico di entrambe?
    È da questa serie di domande che prende avvio il volume.
    Tenendo conto della migliore bibliografia sul tema, gli autori vanno alla ricerca di una risposta, innanzitutto attraverso l'analisi del dipinto medesimo e del dirimpettaio affresco botticelliano, e poi attraverso l'analisi di una complessa serie di fonti: bibliche, iconografiche, epigrafiche, diplomatiche, cronachistiche, storico-architettoniche, topografiche.
    Ne viene fuori una storia mai scritta, che lega l'affresco della Sistina al Templum Pacis, alias S. Maria della Pace, uno degli edifici del cuore di Roma più conosciuti in alcune delle sue fasi cinquecentesche e secentesche, ma misconosciuto proprio nei suoi esordi quattrocenteschi, che si devono a Sisto IV e alla sua devozione mariana a fronte delle perniciose conseguenze della Congiura de' Pazzi.
    Il volume si compone di due saggi. Il primo, a firma dello storico della Chiesa Lorenzo Cappelletti, fa leva su una serie di documenti storici e su confronti che chiariscono l'iconografia e l'iconologia dei due affreschi affrontati di Perugino e di Botticelli. Il secondo, a firma della storica dell'architettura Simona Benedetti, analizza la tipologia dell'edificio ottagonale dipinto in relazione a una serie di edifici coevi, concentrando l’analisi sugli anni iniziali della costruzione di S. Maria della Pace e alla sua collocazione nello spazio cittadino.
    La postfazione a firma di Francesco Andreani, architetto e studioso del Quattrocento romano, aggiunge qualche inusuale confronto.