Critica letteraria. Anno XLIV /2016, Vol. Rivista trimestrale di critica e letteratura italiana fondata da Pompeo Giannantonio- ISSN 0390-0142

di Aa.Vv.

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    Descrizione:


    44, nn. 170-174

    Giuseppe Antonio Camerino

     Struttura e invenzione nel canto di Manfredi - pp. 3-21

    Nel canto di Manfredi, spirito straordinario e modello di umiltà e nobiltà morale, l’analisi su svariati aspetti del testo, anche linguistici o stilistici, è svolta in modo strettamente complementare alla sua struttura generale, basata su due grandi scenari: quello dell’antipurgatorio, dominato dallo spirito della pace e della mansuetudine (virtù che dai Proverbi di Salomone attraversa l’aristotelismo dell’Aquinate e del Tresor di ser Brunetto e che il poeta pure raffigura con qualche memorabile similitudine), e quello del mondo terreno con le atroci e feroci lotte politiche e militari. ★ In the canto of Manfredi, extraordinary spirit and model of humbleness and moral nobility, the analysis of various textual aspects, including the language and style, is carried out in close connection to the general structure based on two main scenarios: that of the Anti-Purgatory, dominated by a spirit of peace and docility (virtue to be found in Solomon’s Proverbs, Thomas Aquinas’ Aristotelianism and ser Brunetto’s Tresor and that the poet portrays with memorable similes), and that of the earthly world with its atrocious political and military infighting.



    Irene Chirico

    «Martedì […] si Danteggia». Dante in scena - pp. 23-39

    Il 17 gennaio 1839 l’Opera Concert Room del Queens’s Theatre di Londra annuncia uno spettacolo misto di poesia e musica. Sulla scena londinese, travestito da Dante Alighieri, un artista italiano, esule a Londra, avrebbe recitato alcuni passi della Commedia. Quell’artista si chiamava Gustavo Modena. È l’influenza di Mazzini che gli ispira visione e pratica teatrali aliene da mercificazione e capricci di moda. Il transfert scenico della poesia della Commedia consente al grande attore una singolare e fortunatissima operazione socioletteraria, destinata a durare nel tempo e utile alla ricezione dell’opera di Dante oltre la cerchia dei lettori specializzati. Anche per effetto del veicolo teatrale la Commedia si confermava elemento costitutivo della identità nazionale. ★ On 17 January 1839 the Opera Concert Room of the Queen’s Theatre in London announced a performance made up of a mix of poetry and music. On the London stage, dressed as Dante Alighieri, an Italian artist in exile was scheduled to act out several passages from the Divine Comedy. That artist’s name was Gustavo Modena. It was Mazzini’s influence that inspired his vision and theatrical practice devoid of commercialisation and fashionable caprice. The staging of the Comedy paved the way for a singular and highly successful socio-literary action, destined to last and important for the reception of Dante’s work beyond the circle of specialist readers. Thanks to the theatrical medium, the Comedy proved once again to be a vital part of national identity.



    Paola Cosentino

     Sulla fortuna cinquecentesca del De mulieribus claris. Boccaccio, il teatro e la biografia femminile - pp. 41-68

    L’articolo prende in esame, attraverso alcuni esempi, la traduzione cinquecentesca del De mulieribus claris di Boccaccio realizzata dal poligrafo Giuseppe Betussi e pubblicata nel 1545. Al volgarizzamento il traduttore aggiunge ulteriori biografie femminili, che attestano il passaggio dalla “mulier clara” di Boccaccio alla perfetta donna rinascimentale. Grazie al Betussi, poi, l’autore del De mulieribus, ma anche del De casibus, continuò ad essere, nella seconda metà del ’500, una straordinaria fonte di storie, cui attinse il genere tragico (come è evidente per i personaggi di Cleopatra, Marianna, Rosmunda) e, più avanti, il romanzo. ★ The article examines, by means of several examples, the sixteenth-century translation of Boccaccio’s De mulieribus claris by the multi-faceted writer Giuseppe Betussi, published in 1545. The author of the vernacular translation adds further female biographies that attest the shift from Boccaccio’s “mulier clara” to the perfect Renaissance woman. Thanks to Betussi, the author of De mulieribus, as well as of De casibus, continued in the second half of the sixteenth century to be an extraordinary source for stories, employed by tragedies (as is clear for the characters of Cleopatra, Marianna and Rosmunda) and, later, by the novel.



    Roberto Gigliucci

    Pone me. 4 testi a confronto - pp. 69-80

    Il saggio si occupa di un’immagine poetica di origine oraziana, identificata dal celebre “pone me”, una dichiarazione di fede alla propria passione anche se il soggetto venisse sottoposto a prove climatiche e peripezie geografiche inaudite. L’analisi seleziona liriche di Petrarca, Cariteo, Boscán e infine un passo celebre dei “Lusiadas” di Camões, che ricontestualizza il topos con risultati straordinari. ★ The essay looks at a poetic image of Horatian origin, identified by the famous “pone me”, a declaration of faith in one’s own passions even if the subject might have to endure harsh climatic conditions and unprecedented geographical vicissitudes. The analysis focuses on lyrics by Petrarch, Cariteo, Boscán and, finally, a well-known passage from Camões’ Lusiadas that re-contextualizes the topos to extraordinary effect.



    John Butcher

    «Mira varietate»: per una casistica del De tumulis di Giovanni Pontano - pp. 81-92

    Lo studio si propone di analizzare la silloge pontaniana di versi funebri De tumulis, evidenziandone la poliedricità. Si presta attenzione alla struttura della raccolta e dei singoli componimenti, alla diversità dei morti rievocati e alla presenza della mitologia classica e del cristianesimo. ★ This essay provides an analysis of Giovanni Pontano’s collection of grave poetry De tumulis, highlighting its multifaceted nature. Attention is devoted to the structure of the collection as a whole and of the individual pieces, as well as to the diversity of the dead summoned back to life and to the presence of classical mythology and Christianity.



    Enrico Zucchi

     Il «diletto tragico» e l’«ammirazione accessoria». In margine alle critiche della tragedia cornelliana mosse nel Paragone di Pietro Calepio - pp. 92-112

    Il Paragone della poesia tragica di Francia con quella d’Italia (1732) del bergamasco Pietro Calepio costituisce un capitolo assai rilevante della storia della fortuna di Corneille in Italia: in questo trattato le tragedie del drammaturgo francese vengono condannate in quanto animate dall’intento di destare nel pubblico, attraverso la meraviglia, un’ammirazione considerata passione accessoria della forma-tragedia. Calepio contesta la validità del modello eroico corneillano, profilando un prototipo alternativo di tragedia che si basa sulla centralità della compassione, atta ad innescare nello spettatore una catarsi che viene vista dall’autore non tanto come uno mezzo di purificazione morale, quanto come lo strumento attraverso cui giungere ad una pacata accettazione della propria inevitabile fallibilità. ★ The Paragone della poesia tragica di Francia con quella d’Italia (1732) by Pietro Calepio from Bergamo represents an important chapter in the history of the reception of Corneille in Italy. In this treatise the tragedies of the French playwright are criticised in as much as they are animated by the desire to awaken in the audience, through astonishment, an admiration deemed to be a secondary passion within the tragic genre. Calepio questions the validity of Corneille’s heroic model, outlining an alternative tragic prototype based on the centrality of pity, able to engender in the audience a catharsis that is seen by the author not so much as a means of moral purification as an instrument through which to reach a calm acceptance of one’s own unavoidable fallibility.



    Mara Boccaccio

     I margini della critica boineana - pp. 113-128

    In questo saggio si esamina l’attività critica di Giovanni Boine, con un focus specifico sulla rubrica Plausi e botte, pubblicata su «La Riviera ligure» dal marzo 1914 all’ottobre 1916. Attraverso riferimenti anche ad altri scritti di Boine, in particolare Un Ignoto (1912), si esamina, in primo luogo, il significato personale che lo scrittore attribuisce alla critica letteraria e alla cultura. Si analizzano, quindi, nel dettaglio le recensioni di Plausi e botte per dimostrare da un lato la salda integrità critica dell’autore, dall’altro l’ironia che, intelligente e sottile, spesso caratterizza le sue opere. ★ This essay examines Giovanni Boine’s criticism with a specific focus on the column Plausi e botte, published in “La Riviera ligure” from March 1914 to October 1916. By means of references to other writings by Boine, especially Un Ignoto (1912), it looks firstly at the personal meaning that the writer attributed to literary criticism and culture. It goes on to analyse in detail the reviews published in Plausi e botte, showing on the one hand the solid critical integrity of the author, on the other the subtle and perceptive irony that frequently distinguishes his output.




    Contributi


    Matteo Sarni

     Le parole e la Parola. Note per un commento ai Promessi Sposi - pp. 129-142

    Rilevando e discutendo l’intertesto biblico (mai evidenziato dalla critica) di due brani dei Promessi Sposi, intendo portare alla luce alcuni dei fulcri più rilevanti della poetica manzoniana. Il primo passo analizzato è la descrizione del «seggiolone » di Azzecca-garbugli (memore di Amos), da cui promana la blasfemia del causidico. Il secondo è un vibrante frammento dell’«Addio, monti», in cui – sulla scia del Cantico dei Cantici – emerge l’intensità dell’amore che lega Lucia a Renzo. ★ By discussing the biblical intertext (to date ignored by critics) of two passages from The Betrothed, I intend to highlight some of the key issues in Manzoni’s poetics. The first passage analyzed is the description of Azzeccagarbugli’s “seggiolone” (reminiscent of the Book of Amos), showing the pettifogger’s blasphemy. The second is a vibrant fragment from the “Addio monti” in which – following the Song of Songs – the strength of Lucia’s love for Renzo becomes apparent.



    Marialuigia Sipione

     Fare i conti senza l’oste: il denaro nella narrativa di Federigo Tozzi - pp. 143-160

    Questo articolo offre una lettura dei romanzi maggiori di Federigo Tozzi sotto la prospettiva imagologica connessa al denaro. Scopo della ricerca è mettere in luce i diversi atteggiamenti dei personaggi in relazione alla moneta, alla spesa, all’accumulo o alla dissipazione, a seconda di quali siano i loro archetipi di riferimento. ★ This essay offers a reading of Federigo Tozzi’s major novels from an imagery perspective focused on money. The aim of the study is to highlight the differing attitudes of the characters in relation to money, spending, accumulation or dissipation, according to their reference archetypes.



    Fabio Moliterni

    Falso movimento. Sul Frammento LI di Clemente Rebora - pp. 161-172

    Il saggio propone un’analisi testuale del Frammento LI di Clemente Rebora. La lirica, di ambientazione ferroviaria, viene collegata ad altri momenti della raccolta del 1913 nei quali si affrontano i temi del movimento e della fuggevolezza del tempo. Analizzando le forme, il pensiero ele scelte stilistiche di Rebora, si ipotizza che il frammento rappresentiper l’autoreun banco di prova del suo sistema filosofico e delle capacità rappresentative del linguaggio poetico. ★ The essay provides a textual analysis of Clemente Rebora’s Frammento LI. The lyric, set on a train, is linked to other poems in the 1913 collection dealing with the themes of movement and the fleetingness of time. Analysing Rebora’s forms, modes of thinking and style, the essay puts forward the hypothesis that the fragment represents for its author a testing ground for his philosophical system and the evocative abilities of poetic language.




    Note e discussioni


    Maria Luisa Doglio

    Per Enrico Ghidetti - pp. 173-180





    Recensioni


    Mario Aversano

    Pasquale Maffeo, Jacopone da Todi. Frate rovente poeta mordente, Milano 2014 - pp. 181-184





    Luca Mendrino

    Maria Luisa Doglio, «Scrivere di sacro». Forme di letteratura religiosa dal Duecento al Settecento, Roma 2014 - pp. 184-188





    Fabio Pierangeli

    Antonio Liruti da Udine, Sonetti sopra le tragedie di Alfieri, a cura e con un saggio introduttivo di Michael Lettieri e Rocco Mario Morano, Soveria Mannelli (Cosenza) 2014 - pp. 188-191





    Marco Viscardi

    Ippolito Nievo, Opere, tomo II, a cura di U. M. Olivieri, Milano-Napoli 2015 - pp. 191-193





    Luciano Vitacolonna

    Gianni Oliva, Pascoli. La mimesi della dissolvenza, II ed., Lanciano 2015 - pp. 193-197





    Michele Ingenito

    Francesco D’Episcopo, William Wordsworth e la pre-scienza della poesia, con i contributi di Maria Gargotta e Vincenzo Pepe, Napoli 2014 - pp. 197-199





    Irene Pagliara

    Giuseppe Traina, Siciliani ultimi? Tre studi su Sciascia, Bufalino, Consolo. E oltre, Modena 2014 - pp. 199-202





    Fabio Pierangeli

    Emerico Giachery, Passione e sintonia. Saggi e ricordi di un italianista, Roma 2015 - pp. 202-204