Castrum Minervae - a cura di Francesco D’Andria (Archeologia e storia, 9)

di Rino D’Andria

invia la pagina per emailcondividi su Facebookcondividi su Twitter
  • Prezzo: € 35.00
    Aggiungi Carrello

    Descrizione:

    pp. 300, 17 x 24 cm, brossura, illustrato

    Collana: Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu”. N° 9


    L'11 luglio 2009 i cittadini di Castro hanno vissuto una giornata memorabile: dopo secoli di abbandono, il Castello cinquecentesco riapriva le sue sale ai visitatori. Con i finanziamenti europei, le strutture in rovina dell’edificio sono state restaurate e finalmente le sue sale possono ospitare una mostra che illustra i ritrovamenti archeologici, vecchi e nuovi, avvenuti nel territorio e nell’abitato.
    La Mostra di cui il presente volume è il catalogo costituisce il punto di arrivo di un lungo percorso di collaborazione, di Intesa tra il Comune di Castro, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e l’Università del Salento. Da quella Carta, un semplice accordo, scaturì una prassi operativa in cui i giovani archeologi dell’Università, con il loro impegno ed entusiasmo hanno prodotto straordinari risultati scientifici. Tra riprese e nuove interruzioni cominciò a delinearsi, sempre più chiaramente, la grande cinta fortificata dell’abitato ellenistico, quindi apparvero i depositi votivi che hanno permesso di identificare un esteso complesso cultuale che dominava l’approdo ed il tratto di costa sino al Capo di Leuca, l’antico promontorio iapigio. Le offerte votive, i frammenti architettonici, le strutture murarie andavano così a comporre un mosaico in cui prendevano consistenza le testimonianze letterarie sull’Athenanion del capo iapigio, confluite nel libro III dell’Eneide di Virgilio.
    La svolta era giunta infine nel maggio del 2008, quando Amedeo Galati ed Emanuele Ciullo, nel corso della pulitura di una sezione di scavo, avevano rinvenuto la statuetta bronzea di Atena Iliaca con l’elmo frigio.
    Adesso si lavora per realizzare l’itinerario ai piedi delle mura, attraverso gli orti terrazzati che ancora circondano la cittadina; si possono così ammirare i muri a grandi blocchi costruiti dai Messapi, le possenti strutture spagnole ad essi sovrapposte e volgere lo sguardo allo straordinario panorama delle rocce a strapiombo su un mare azzurrissimo, sino alle coste montuose dell’Albania, che a volte si palesano, specie nei giorni più freddi d’inverno. Insieme al Castello, alle Grotte Romanelli e Zinzulusa, alla Cattedrale romanica si rende sempre più fruibile un patrimonio culturale unico, anche nel Salento così ricco di testimonianze della sua storia e di bellezze naturali.