I numeri svelati. Alla scoperta delle notazioni numeriche riportate sulle monete greche - Federico De Luca - Nummus et Historia XXIX

di Federico De Luca

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  • Prezzo: € 25.00
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    Descrizione:

    In 8°, bross. eidt., 202 pp., 80 ill.ni b/n e coll., 5 tavv. f.t. a coll.

    La moneta greca ha sempre affascinato perché è un vero e proprio concentrato di bellezza racchiuso in un oggetto minuscolo. Ma oltre che un capolavoro artistico, la moneta greca è un capolavoro di comunicazione d’informazioni: la comunità emittente dava notizie di sé raffigurando su questo piccolo disco di metallo immagini di divinità e di miti tipici delle sue tradizioni cultuali, immagini emblematiche in rapporto quasi totemico con la Polis (spesso legate anche etimologicamente con il suo nome) o, addirittura, le immagini dei prodotti tipici che assicuravano a quel gruppo umano ricchezza e prestigio. A chiarire ogni dubbio circa la provenienza della moneta provvedeva l’etnico, l’indicazione del nome della comunità emittente. Non c’era bisogno di indicare la denominazione o il valore ponderale della moneta perché si erano consolidati dei sistemi monetari ben precisi ed universalmente noti. La moneta greca era così un microcosmo compiuto e perfetto in cui nulla era superfluo. In un microcosmo così perfetto qual era la moneta greca, allora, che funzione avevano gli immancabili monogrammi? Federico De Luca se lo è chiesto per anni nel corso di una ricerca che lo ha portato a raccogliere e catalogare grossi quantitativi di immagini di monete greche da vendite pubbliche o provenienti da pubblicazioni specialistiche nonché da musei sparsi in tutto il mondo. De Luca è sempre stato convinto che se i monogrammi venivano riportati in uno spazio così ristretto, dovevano senz’altro avere una funzione molto importante altrimenti se ne sarebbe fatto a meno, né era soddisfatto della spiegazione corrente secondo cui si tratta dei monogrammi dei magistrati monetali. L’ illuminazione De Luca la ebbe quando ingrandì al computer l’immagine di un didramma di Velia degli inizi del III secolo a.C. su cui, a fianco a quello che veniva normalmente considerato un monogramma, si scorgeva un apice: ecco ritornargli alla mente la lezione del ginnasio sui numeri greci che si ottenevano aggiungendo un apice alle lettere dell’alfabeto. I segni sulle monete, quindi, erano numeri; non potevano essere altro che numeri. Ebbe allora inizio uno studio ossessivo per comprendere cosa indicassero quei numeri e perché. Il risultato di questo lungo lavoro di ricerca, più avvincente di un gioco enigmistico, è oggi presentato nel libro “I numeri svelati. Alla ricerca delle notazioni numeriche riportate sulle monete greche” che esamina le monetazioni di Atene, Corinto, Siracusa, Velia e di altre città della Magna Grecia, oltre che di Alessandro Magno e di alcuni re ellenistici. Analizzando approfonditamente alcune emissioni in particolare di queste monetazioni, De Luca dimostra che i monogrammi riportati sulle monete greche sono in realtà dei numeri (espressi nel greco antico con le stesse lettere dell’alfabeto) indicanti il taglio dell’emissione, la tiratura espressa in dracme di quella specifica serie monetale. Per la Professoressa Maria Caccamo Caltabiano, autrice della prefazione al libro, “l’ipotesi appare assai suggestiva e interessante anche perché è indubbio che fosse necessario tenere il conto, e quindi ‘controllare’ il numero delle monete emesse. L’esigenza era profondamente sentita nell’antichità, come testimonia l’accordo tra Focea e Mitilene della fine del V sec. a.C. Il trattato, che prevedeva che le due città emettessero ad anni alterni monete che godessero di libera circolazione in entrambe, comminava la pena di morte al magistrato che si fosse reso reo di non rispettare il peso e la lega del metallo impiegato per le coniazioni”. Le monete greche ci svelano così numeri alti genialmente sintetizzati, cifre congegnate in modi sempre diversi ed insospettate progressioni numeriche. C’è, inoltre, da segnalare che l’ultimo capitolo è stato dedicato ai bolli presenti sui mattoni e ai segni sui blocchi di pietra di alcune strutture murarie dell’antica Velia; ebbene, alcuni di essi, recano impressi dei numeri, espressi in lettere greche che sono, nella loro composizione e le-gatura, simili a quelli che l’Autore ha analizzato sulle monete. Un vasto apparato ico-nografico e la minuziosa spiegazione dei monogrammi numerici, chiariscono, in modo semplice e comprensibile, il complesso sistema numerico segnato sulle monete greche. Il risultato è un libro destinato ad accrescere non solo le nostre conoscenze numismatiche ma anche quelle relative alla matematica dei Greci e ai volumi di moneta emessi nell’antichità. Il libro è stato edito dall’Editrice Diana e inserito nella collana Nummus et Historia (XXIX) dell’Associazione Culturale Italia Numismatica.