PAESAGGIO DI PIETRA. Gli insediamenti rupestri delle Serre Salentine - Stefano Calò (con introduzione di Paul Arthur)
di Stefano Calò
- Anno Edizione:
- 2015
- Collana/Rivista:
- IRAW - Italian Research on Ancient World
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Archeologia e tutela del patrimonio archeologico - Saggi e Ricerche
- ISBN:
- 978-88-97805-40-3
Descrizione:
Indice:
PREFAZIONE DI ROBERTO CAPRARA
INTRODUZIONE DI PAUL ARTHUR
PREMESSA DELL’AUTORE
CAP. 1 - IL PAESAGGO RUPESTRE PUGLIESE TRA VECCHIE TRADIZIONI E NUOVI ORIZZONTI DI RICERCA
CAP. 2 - UOMO E PAESAGGIO UNA RELAZIONE MILLENARIA
CAP. 3 - IL VIVERE IN RUPE
ORIGINI E FORME DI UN MODUS VIVENDI 19
- TRA INFLUENZE CULTURALI E SFRUTTAMENTO DEL TERR ITORIO 19
- SCAVO E ORGANIZZAZIONE ARC HITETTONICO – URBANISTICA 27
CAP. 4 - LE SERRE SALENTINE 30
ASPETTO E FORMA DI UN PAESAGGIO
- ASPETTI MORFOLOGICI 30
- ASPETTI GEOLOGICI 32
- ASPETTI IDROGRAFICI 33
CAP. 5 - INSEDIAMENTI RUPESTRI DELLE SERRE SALENTINE
DIVERSI ASPETTI DEL VIVERE IN GROTTA
- GLI INSEDIAMENTI CIVILI A COMPONENTE RUPESTRE
- I VILLAGGI RUPESTRI
- MONACHESIMO ITALO-GRECO E VIVERE IN RUPE NEL BASSO SALENTO
- GROTTE VIANDANTI E PELLEGRINI
CAP. 6 - ARCHITETTURA E PITTURA DELLE CHIESE RUPESTRI
SCHEMI ARCHITETTONICI E DECORATIVI NELLE CRIPTE DELLE SERRE SALENTINE
- GLI SCHEMI ARC HITETTONICI
- SOGGETTI E SCHEMI PITTORICI NELLE GROTTE AFFRESCATE
CAP. 7 - GROTTE, CAVITÀ E RIPARI SOTTOROCCIA
LA PRESENZA UMANA IN GROTTA NEL BASSO SALENTO E NELLE SERRE DALLA PREISTORIA ALL’ETÀ DEI METALLI
- PALEOLITICO MEDIO
- PALEOLITICO SUPERIORE
- NEOLITICO
- ETÀ DEI METALLI
CAP. 8 - OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ABSTRACT SCIENTIFICO
RINGRAZIAMENTI
Autore:
Stefano Calò è un archeologo nativo di Tuglie (LE), ha condotto diversi scavi archeologici in Puglia e soprattutto nel Salento; ha conseguito la Laurea Triennale con una tesi sull’Archeologia dei paesaggi, sotto la supervisione del prof. Gert Jian Burgers, presso la facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento, successivamente si è trasferito a Roma dove, presso l’Università «Sapienza», ha conseguito la Laurea Magistrale in Archeologia con il massimo dei voti realizzando una tesi in topografia medievale con la prof.ssa Francesca Romana Stasolla; nel 2013 si è diplomato presso la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’ateneo leccese sotto la guida del prof. Paul Arthur. Dal 2003 ha partecipato a diverse e importanti campagne di scavo nel Salento e in varie località italiane collaborando con gli atenei presso cui ha conseguito gli studi e con l’Università Libera di Amsterdam. Dal 2012 si occupa dello studio degli insediamenti rupestri pugliesi e attualmente lavora come archeologo e come libero professionista nel settore dei Beni Culturali. Collabora con Soprintendenze e diverse imprese del settore archeologico e della formazione occupandosi anche della divulgazione attraverso l’attività di guida turistica. Partecipa costantemente a convegni e conferenze presentando contributi sulla sfera rupestre della Puglia; tra le sue pubblicazioni importanti vi è Cave settlements in southern Apulia. Rupestrian evidence in the valleys of Otranto, presentato a Roma in occasione dell’ “International Congress of Speleology in Artificial Cavities-HYPOGEA 2015”.
ABSTRACT SCIENTIFICO
L’interesse scientifico per il fenomeno del “vivere in grotta” dell’Italia meridionale è rimasto per lungo tempo confinato alle chiese cripte ritenute, rispetto ad altri insediamenti rupestri, maggiormente “meritevoli” di analisi dal punto di vista artistico e architettonico. A partire dagli anni Settanta, si supera la visione “panmonastica” propria dell’Ottocento, che attribuiva alla quasi totalità degli insediamenti rupestri il carattere di cripte eremitiche-cenobitiche, e l’orientamento accademico prevalente muta: gli insediamenti rupestri non vengono più definiti indistintamente ed erroneamente come “basiliani”.
In questa seconda fase si comincia altresì a riconoscere il carattere civile dei villaggi e dei sistemi insediativi in rupe, che nel Salento si mostrano sotto molteplici forme: semplici insediamenti, composti da poche grotticelle, chiese cripte, veri e propri villaggi rupestri.
Questa tendenza abitativa, diffusa non solo in Puglia, ma anche in molte altre aree dell’Italia meridionale e dell’intero bacino del Mediterraneo, assume un carattere particolare all’interno della zona delle Serre salentine, ove gli insediamenti rupestri si riferiscono sia all’epoca preistorica e medievale che alle fasi post-medievali, nelle quali il fenomeno, benché sempre più marginale, continua ad esistere, associato talvolta ad architetture costruite (sub-divo).
Questa indagine archeologica mira alla ricostruzione dell’evoluzione di questi particolari insediamenti umani attraverso un’adeguata contestualizzazione degli elementi e degli indizi raccolti all’interno del paesaggio indagato.
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SCIENTIFIC ABSTRACT
Before the ‘70s, archeological studies dealing with excavated settlements in Southern Italy were mainly concerned with rupestrian churches, because of their major artistic and architectonic relevance. At that time, the “panmonastic” perspective attributed almost all these cryptas to the eremitic-cenobitic tradition which erroneously defined all rupestrian settlements as “basilians”.
In a second stage, scholars began to intend excavated villages for civil purposes. The phenomenon, widely spread across the Mediterranean, became common also in Southern Italy. In particular, the area of Serre salentine, located in Southern Apulia, shows some peculiar features: existing cave settlements here date back to both the preistorical and medieval age and the post-medieval period; some excavated villages belonging to the latter period also coexisted with sub-divo settlements.
This archeological analysis, thanks to a systematic investigation, aims at sheding lights on the evolution of these human settlements, through an adequate contextualization of evidences and items retrieved in the surrounding landscape.