Lacerba (Periodico quindicinale) Anno III (nn.1-22), Firenze 1915

a cura di Gianni Eugenio Viola

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  • Prezzo: € 40.00
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    Descrizione:

    In 4°,  bross. edit., pp. 340, ill.ni b/n.

    Edizione con apparati, indici e appendice di Gianni Eugenio Viola
    Ristampa anastatica dell'originale del 1915.

    Collana: Biblioteca Delle Avanguardie

    Lacerba Rivista di letteratura, arte e politica, che Giovanni Papini e Ardengo Soffici fondarono a Firenze nel 1913, dopo essersi staccati da La Voce; uscì fino all’entrata in guerra dell’Italia (1915). Ebbe carattere di violenta polemica contro l’arte e il costume borghesi, contro il conformismo e quietismo così degli individui come dei popoli, auspicando la guerra e la rivoluzione; ma fu polemica non tanto di idee (che erano in fondo quelle di un estremo antitradizionalismo da un lato e di un acceso nazionalismo e interventismo dall’altro), quanto di parole, che si spinsero alle maggiori libertà e bizzarrie (come dice già il titolo, modellato su quello dell’Acerba di Cecco d’Ascoli), con modi decisamente futuristi. Segna infatti il momento futurista (1), e in certo senso surrealista del vocianesimo, accogliendo fra i suoi collaboratori, accanto a quelli più ‘di punta’ de La Voce (Dino Campana, Aldo Palazzeschi, Corrado Govoni, Piero Jahier, Giuseppe Ungaretti ecc.), lo stesso Filippo Tommaso Marinetti (almeno in un primo tempo), Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo e, fra gli stranieri, Guillaume Apollinaire. (Tratto da: Enciclopedia Treccani on line)

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