Principi, Pelasgi e pescatori. L’Attica nella Tarda età del Bronzo - Santo Privitera - SATAA; 7 - Esaurito

di Santo Privitera

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    Descrizione:

    Paestum, 2013; ril., pp. 176., ill. b/n, cm 21x28.

    L’Attica della Tarda Età del Bronzo era già al centro delle cronache negli anni in cui Heinrich Schliemann portava alla luce le tombe del circolo A a Micene (1876). Già prima dell’avvio dei grandi scavi sul campo, d’altra parte, l’ottimismo, e quasi una forma di fede irrazionale degli studiosi nei confronti dell’idea di attingere i resti del passato ‘eroico’ dell’Attica dalla lettura delle fonti letterarie, aveva fi nito per rintracciare il rifl esso delle tradizioni leggendarie nelle più disparate evidenze topografiche note dall’antichità, prima tra tutte l’Acropoli di Atene, sede della omerica ‘robusta casa di Eretteo’. Un simile atteggiamento dell’animo ha fi nito per cementare un nesso tra miti e territorio, continuamente riproposto come chiave interpretativa preferenziale, alla luce della quale dare ragione dell’abbondante documentazione prodotta dalle ricerche sul campo. Allo stesso tempo, tuttavia, esso ha fi nito per creare una impasse ermeneutica, a causa della quale si è spesso preferito indulgere verso interpretazioni di stampo antiquario, pur di non rinunciare ad un’interpretazione affascinante, suggerita da una fonte antica o argomentata da un’autorità accademica vissuta in anni a noi più vicini. Così, se nei passati cinquant’anni ricerche di ampio respiro hanno inequivocabilmente fatto della Atene ‘micenea’ una terra cognita, lo stesso non può dirsi dell’Attica, quasi relegata in un canto, pur con alcune importanti eccezioni (Eleusi, Kiapha Thiti, Thorikos, Perati), a causa della maggiore attenzione rivolta dagli studiosi all’Argolide e alla Beozia, da un lato, e della stessa luminosa centralità rivestita dalla regione nel corso del I millennio a.C., dall’altro. Le pianure e le coste dell’Attica ad est dell’Imetto, in particolare, rappresentano tuttora una estesa terra incognita, che non ha ancora espresso tutto il suo potenziale ai fi ni di una coerente ricostruzione culturale ed economica della regione nel suo insieme. In tale prospettiva, questa ricerca ripercorre l’evidenza disponibile attraverso un survey sistematico dei siti dell’Attica posti a Sud del massiccio del Parnete, proponendo allo stesso tempo una ricostruzione diacronica delle dinamiche insediative in atto nella regione lungo tutta la Tarda Età del Bronzo.

    Despite being explored as early as 1877, just one year after Schliemann’s discovery of Circle A at Mycenae, Mycenaean Attica has never been the subject of a general overview. Attention has only been devoted to single outstanding discoveries, such as the monumental tombs and cemeteries of Spata, Menidi, and Perati, or the citadels and settlements of the Acropolis at Athens, Eleusis, and Kiapha Thiti. An undoubted constraint affecting the archaeological research of this region is the illicit character of several excavations carried out between the late 19th c. and early 20th c., as well as a well-established scholarly bias towards cemeteries, rather than their related settlements. For a long while, Mycenaean Attica has only been the focus of ceramic studies. Beginning with the late 1960s, new excavations in settlements of eastern Attica such as Thorikos, Marathon, Brauron, and Kiapha Thiti have shed new light on a formerly neglected territory that still represents a terra incognita. In this context, this study aims to provide the reader with a thorough survey of Attica’s sites situated to the South of Parnes, as well as with an interpretative essay which traces the major stages in the regional settlement history throughout the Late Bronze Age.

    Santo Privitera (Catania, 1977)
    ha conseguito la Specializzazione in Preistoria e Protostoria Egea presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene (2004) e il Dottorato di Ricerca in Archeologia e Storia Antica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia (2008). È attualmente Postdoctoral Researcher presso l’Università Nazionale ‘Kapodistrias’ di Atene. Ha al suo attivo diversi contributi in riviste italiane e straniere ed è l’autore dei volumi Case e rituali a Creta nel periodo neopalaziale (Atene 2008) e I granai del re.
    L’immagazzinamento centralizzato delle derrate a Creta tra il XV e il XIII sec. a.C. (Venezia 2010).