Caprese prima di Michelangelo - Quaderni di Caprese Michelangelo 13 - Adriana Moroni

di Adriana Moroni

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  • Prezzo: € 12.00
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    Descrizione:

    In 8°, 94 pp., ill.ni b/n


    volume è stato curato da Adriana Moroni dell'Università di Siena, assente ieri per motivi personali, ed introdotto da Elisabetta De Minicis, coordinatrice del Progetto Caprese Michelangelo e ideatrice, insieme al marito Enrico Guidoni, del percorso storico-culturale che ha permesso lo studio di Caprese e del suo territorio attraverso i secoli, indagando aspetti più o meno noti della sua storia. Il testo raccoglie i risultati delle pluriennali ricerche archeologiche effettuate dal Gruppo Archeologico di Sansepolcro e dall'Università di Siena e costituisce il primo testo in grado di ricostruire il popolamento antico di Caprese in età preistorica, protostorica ed etrusco-romana, contestualizzandolo anche da un punto di vista ambientale, climatico e paesaggistico. Gli scavi stratigrafici e le ricognizioni hanno riguardato in particolare la piana di S. Cassiano: S. Marco, S. Cassiano, Il Colle di S. Cassiano e I Conchi ed hanno restituito materiale molto interessante per tutte le epoche antiche.


    Per quanto riguarda la preistoria, Gian Piero Laurenzi del Gruppo Archeologico di Sansepolcro ha offerto un breve excursus tra le notizie originali contenute da un volume importante, che segue l’evoluzione della vita da prima della comparsa dell’uomo in Valtiberina, ovvero circa centomila anni fa. Nella zona dei Conchi fu trovato il primo reperto ed è utile sottolienare che dalla preistoria in avanti a Caprese esistono testimonianze di tutte le fasi, ad eccezione di parte del Neolitico. La prima presenza dell’uomo è indicata da strumenti di pietra scheggiata, attribuiti al Paleolitico medio e presenti in tutta l’area della Valtiberina, mentre a Caprese nel paleolitico la presenza umana è registrata attorno al bacino lacustre di S. Cassiano, formatosi col sollevamento dell’Appennino. Gli studi hanno permesso di dimostrare che la tecnica usata per molti oggetti rinvenuti nel territorio di Caprese appartiene all’uomo di Neanderthal e presuppone la conoscenza della scheggiatura della pietra, usata per creare un attrezzo ben definito e non un manufatto casuale. Per quanto riguarda gli insediamenti, erano per lo più in forma di capanne, di tipologia non stanziale bensì itinerante, con le persone che si spostavano unitamente agli oggetti. Di particolare interesse, poi, il ritrovamento a S. Cassiano di bulini usati per lavorare oggetti in osso o legno.


    Un capitolo a parte interessa la descrizione e la storia della Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano, che si trova proprio al centro della conca di S. Cassiano. Silvia Cipriani del Centro Studi Storici e Ricerche Archeologiche di Pieve Santo Stefano ha illustrato le vicende della Pieve dalla prima attestazione documentaria del 1011 fino alla soppressione del 1784. Nel basso Medioevo quella dei santi Ippolito e Cassiano era la sola Pieve nella valle del Singerna, facente parte in epoca medievale della diocesi di Città di Castello e dal Cinquecento di quella di Sansepolcro, con ben 26 chiese sottoposte stando ai dati della Decima papale del 1349. Nonostante la sua unicità il capresano più illustre, ovvero proprio Michelangelo, non vi è stato battezzato, prefendo per la celebrazione del suo rito battesimale la più vicina chiesa di S. Giovanni. Per quanto riguarda l’intitolazione, nello statuto del comune di Caprese del 1384 compare per la prima volta la dedicazione a S. Ippolito, che si affianca a Cassiano nella denominazione della struttura. La Pieve è ricca di opere d’arte e tra queste merita una menzione particolare una terracotta robbiana commissionata dal pievano e abate Leonardo Buonafede nella prima metà del Cinquecento: realizzata da Santi Buglioni, raffigura la Vergine Maria col bambino Gesù in braccio tra due santi, probabilmente identificabili con S. Cassiano e S. Leonardo.