6 Aprile 2020: celebrazioni per Raffaello Sanzio

05 aprile 2020 - ore 19,04
  • raffaello_e_bottega_visione_della_croce_1517_24_vaticano_stanza_di_costantino_640x298.jpgIn piena epoca Covid 19 oggi, 6 Aprile 2020, celebriamo il compleanno e il 5oo° anniversario della morte di Raffaello Sanzio, nato il 6 aprile 1483 e morto 6 aprile 1520. Lo vogliamo fare ricordando, insieme all’uscita del libro:
    Raphael da Urbino. Archeologo, Urbanistica e Cartografo,
    per i tipi dell’editore Arbor Sapientiae di Roma, alcuni aspetti meno noti al grande pubblico.



    «Tanti eroi poser Roma, ed in tanti anni;
    Poi ne guastar tanti nimici il bello,
    Per così lunga età volta a’ suoi danni.
    Or Roma in Roma cerca e la ritrova,
    E grand’uomo cercando è Raffaello;
    Ma ritrovandola si fa di dio la prova».
    CELIO CALCAGNINI, 1520 (traduzione dell’ epigramma latino composto in occasione della morte di Raffaello).


    Un Raffaello inedito emerge da queste pagine, narratore dell’antico e principe della prospettiva. Il grande artista rinascimentale fu uno dei maggiori esponenti dello studio dell’architettura romana e della sua conservazione, come bene da tutelare, difendere e preservare dallo scempio che ne stavano facendo le calcine per ricostruire la Roma cinquecentesca. Lui - nominato dal pontefice prima magister operis della fabbrica di San Pietro e poi praefectus marmorum et lapidum omnium - si entusiasmò, tra i mille lavori che aveva da terminare, per il progetto della ricostruzione grafica e materiale di Roma antica, così come la si poteva vedere al principio del XVI secolo. L’impresa prevedeva il disegno di una pianta, attraverso una nuova misurazione precisa della città antica e dei suoi monumenti, e una classificazione storica degli edifici romani con l’intento filologico di restituire, attraverso un corretto metodo di studio, quelle parti degli edifici antichi andate distrutte o danneggiate nel corso dei secoli e posizionarle in modo certo e definitivo nel tessuto urbanistico della forma urbis antiqua. Ma la morte prematura, a soli 37 anni, lo colse impreparato e del progetto rimasero solo le splendide premesse contenute nella lettera dedicatoria a Leone X. Anche l’archeologo Rodolfo Lanciani si era occupato del mistero di questa pianta raffaelliana, che si credeva circolasse in forma manoscritta, e i suoi studi lo portarono ad individuare nella cinquecentina di Fabio Calvo Antiquae Urbis Romae cum Regionibus Simulachrum, l’unico possibile documento collegato direttamente alle ricerche fatte da Raffaello.

     La lettere di Raffaello al pontefice Leone X e il Simulachrum di Roma pubblicato nel 1537 da Fabio Calvo
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