I due pianoforti

di Antonietta Francesca Giambuzzi

  • Anno Edizione:
  • 2008
  • Argomento:
  • Narrativa
  • ISBN:
  • 978-88-6092-026-3
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  • Prezzo: € 12.00
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    Descrizione:

    Tascabile, 144 pp.
    Il libro
    LaMusica è la vera protagonista di questo romanzo: una passione che pervade il corpo e la mente, che costringe l'anima a seguire il richiamo delle notemusicali, trovando solo in esse la forza di vivere e l'unico mezzo per esprimersi. Vivere per l'emozione di suonare le grandi opere di Beethoven, Mozart, Brahms e Chopin permette di provare profonde emozioni, ma anche grandi dolori, come scopriranno Beatrice e Lavinia... L’autore
    Antonietta Francesca Giambuzzi è nata a Roma ventotto anni fa ed ha vissuto in Inghilterra per un certo periodo. Dopo aver conseguito il diploma di Ragioneria, si è iscritta a Giurisprudenza. Attualmente lavora in una grande compagnia assicurativa. Per esprimere le sue gioie e i suoi dolori, oltre a scrivere, suona il pianoforte sin da quando era bambina. Si è anche esibita in concerti. Sposata con un ragazzo siciliano, ama viaggiare e conoscere culture diverse dalla nostra.
    Incipit
    CAPITOLO I
    Era un giorno di pioggia quel sedici settembre a Firenze del 1975. Era uno di quei giorni dove la pioggia ti voleva ricordare che l'autunno era alle porte, che le calde giornate dal sole rosso fuoco e dal cielo azzurro come il mare stavano per andare in letargo. Era uno di quei giorni dove bisognava tirar fuori dall'armadio una giacca ed accettare che la natura stesse cambiando la sua stagione. Lavinia Friggeri era una bambina di sei anni, di una bellezza difficile da raccontare. Piccola, con un corpicinomagro ed aggraziato, lunghi capelli biondi ricchi di boccoli e due occhi chiari e freddi come il ghiaccio. Era figlia unica e, tra l'altro, molto viziata. I suoi genitori, Rita ed Alessandro, avevano provato tante volte ad avere altri figli ma il Signore non era mai riuscito ad esaudire questo loro desiderio. Pertanto riversavano su Lavinia una serie di attenzioni che la facevano sentire come una bambola di vetro su di un piedistallo. E lei, egocentrica e presuntuosa sin da quella tenera età, non faceva altro che pretendere sempre di più dai suoi genitori.