SUPPLEMENTO dell'Archivio Paleografico Italiano diretto da V. Federici. In 8° - BE 2A 221 MONETTI F.- RESSA F., La costruzione del castello di Torino, oggi Palazzo Madama
di
- Anno Edizione:
- 1981
- Casa Editrice:
- Aldo Ausilio - Padova
- Argomento:
- Paleografia,Papirologia e studio della scrittura
Descrizione:
di vita e di lavoro di una città e di un territorio all’inizio del Trecento. Torino 1981, in 8°, pp. 200 con 10
tavole f.t
Presentazione dell’importante inedito sulla ricostruzione trecentesca di Palazzo Madama o «Castrum Portae Phibellonae» da parte
di Filippo I di Savoia-Acaia; il documento è conservato nell’Archivio Antico della città di Pinerolo, residenza per tutto il Trecento
degli Acaia. Il Libro di spese ritrovato documenta, a partire dall’11 agosto 1317 al 16 maggio 1320 (data dell’ultimo pagamento
conservatoci), di una nuova residenza castellana sulla ex-porta romana verso il Po. L’estensore del documento, Pietro Panissera,
elenca giorno dopo giorno i pagamenti corrisposti, il che consente una perfetta ricognizione dei tempi e delle diverse modalità della costruzione.
Viene così evidenziato il vasto teatro delle operazioni, che impiega – tra muratori, carpentieri, operai avventizi – fino ad un
centinaio di persone. A tutto il «cantiere» sovraintendono «magistri» murarii casalesi con a capo Germano da Casale, il vero progettista
e costruttore, e di quando in quando fra’ Giacomo da Casale, fiduciario del principe. Si può in tal modo seguire passo passo,
pur nel pittoresco fermento costruttivo, l’iter dei lavori con il salire delle costruzioni sotto l’occhio di Germano che bada all’effetto finale
ed a contenersi nei limiti della «Capitolazione» firmata con Filippo a Pinerolo 1’8 gennaio 1318. Il valore del documento si allarga
poi ad ulteriori considerazioni di grande interesse culturale. Caso raro sia per il Piemonte che per tutta l’Europa, ci è posta davan-
ti l’impresa parcellare della costruzione di un castello, con tutte le necessità attinenti: «royde», mattoni, legname, ferro, ecc. Nuova
luce si proietta sull’economia e sui traffici della regione subalpina. Si possono formare carte esatte dei luoghi più importanti, tabelle
dei costi di costruzioni e di alcuni prodotti specifici; riscoprire tipologie di pagamenti nel loro variare quantitativo e qualitativo, sistemi
e tecnologie di costruzione, il valore delle monete, la divisione del lavoro, ecc. A livello più squisitamente culturale il documento
facilita un arricchimento del patrimonio di termini latini del basso medioevo in un omogeneo «milieu».
In conclusione à dunque tutta la cultura di un determinato topos che torna insistentemente ad emergere dalla lettura del Libro di
spese, e che acquista dignità di confronti per un nuovo ed armonico giudizio storico.