L’ultimo giorno di Pompei. Melodramma in due atti di Giovanni Pacini su libretto di Andrea Leone Tottola (1825) (QNBP, series minor, 13)

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  • Prezzo: € 30.00
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    Descrizione:

    In 8°, bross. edit., 102 pp. con ill.ni a coll delle scenografie di A.Sanquirico


    La riscoperta dei resti della città di Pompei (iniziata con
    i primi scavi del 1738) conobbe un relativo momento di
    vivacità dal 1808, quando la moglie di Gioacchino Murat,
    Carolina Bonaparte, incoraggiò e potenziò le operazioni di
    scavo delle città sepolte dall’eruzione vesuviana del 79 d.C., ma
    la restaurazione del regno borbonico portò ad un anuova battuta
    d’arresto. Salito al trono Francesco I nel 1825 si ebbe un periodo
    felice per i ritrovamenti archeologici, un esempio per tutti la
    scoperta della casa del Fauno. È in questo clima di ripresa degli scavi
    che Giovanni Pacini compose il melodramma in due atti L’ultimo
    giorno di Pompei. La prima dello spettacolo si tenne il 19 novembre
    1825 - “per festeggiare il fausto giorno onomastico di Sua Maestà
    Maria Isabella regina del Regno delle Due Sicilie” - al teatro San
    Carlo di Napoli: un grandioso successo. Gli spettatori rimasero
    impressionati dal sensazionale apparato scenico allestito da Antonio
    Niccolini e dallo spettacolare effetto ricreato sul palco con l’eruzione
    finale del Vesuvio. Per la prima volta l’archeologia pompeiana fu
    messa in scena a teatro. Numerosi sono gli spunti di celebrazione
    della terra vesuviana, della sua antichità e delle ricchezze culturali
    e artistiche che garantivano prosperità al reame e imperitura
    memoria ai suoi regnanti. Fu così che Pompei andò in scena per la
    prima volta e che dal palco del San Carlo iniziò a costruire la sua
    fortuna nell’immaginario di fasce sempre più vaste di pubblico.