Colonnine marmoree con ornato vegetale. Un aspetto dell’arredo di lusso di epoca romana - C. Silvia Amato

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    Descrizione:

    DOCUMENTA ARCHAEOLOGICA. Studi e Ricerche| 2

    pp. 360 con ill. b/n e col. | copertina brossura filo refe cm 21 x 29,7



    Il volume analizza gli aspetti connessi alla origine, produzione e diffusione di una particolare
    classe di ornamenta marmorei: le colonnine (metulae) con decorazione vegetale a rilievo o fitomorfe,
    conformate a tronco di albero o di arbusto. Si tratta di una peculiare tipologia di manufatti
    di arredo, destinata a spazi prevalentemente privati in epoca romana e di probabile derivazione
    da alcune tipologie di supporti a colonnetta per anathemata, utili all’esposizione sopraelevata
    delle offerte votive nei santuari ellenici.
    Le colonnine ornamentali si inseriscono nel vasto panorama degli arredi in marmo di destinazione
    residenziale, rappresentati da un’ampia varietà di oggetti che recentemente sono diventati
    oggetto di sistematiche analisi nella letteratura archeologica.
    Il catalogo rappresenta il fulcro dell’intero lavoro. Attraverso l’analisi dettagliata dei singoli manufatti
    e un’indagine comparativa sia all’interno della stessa classe che con altri manufatti, sono
    stati esaminati diversi aspetti legati all’origine, alla produzione e alla diffusione di questo genere.
    La classe si compone di oggetti dalla morfologia differente, tanto nel fusto quanto nell’eventuale
    coronamento, in relazione ai quali si è potuta effettuare una classificazione tipologica. Una
    seconda ripartizione è stata condotta prendendo in considerazione i motivi decorativi. Tutte le
    colonnine ornamentali presentano dimensioni talmente contenute che escludono un loro impiego
    strutturale, ma, come la maggior parte degli ornamenta d’età romana, anch’esse erano prevalentemente
    impiegate nelle abitazioni private, dove potevano abbellire un angolo del giardino,
    essere adoperate come sostegni di ulteriori oggetti decorativi ovvero utilizzate come elementi
    di fontane.
    Non a caso, infatti, anche le riproduzioni su altre classi di materiali rappresentano le colonnine
    ornamentali entro giardini o paesaggi idilliaci, avvalorandoli quali loro principali contesti
    espositivi. Inoltre, dall’analisi dei contesti noti, si è potuto ricavare che le colonnine ornamentali
    hanno conosciuto una maggiore diffusione nell’Italia centrale.
    Dal punto di vista cronologico, gli esemplari più antichi sono fabbricati a partire dalla metà del I
    secolo a.C.; la produzione aumenta nel I secolo d.C. e si esaurisce intorno alla seconda metà del II secolo d.C. Le botteghe impegnate nella fabbricazione
    di colonnine ornamentali risultano per lo più officine di marmorari attive nel luogo di utilizzo dei manufatti stessi o nel territorio limitrofo,
    le quali si servivano di modelli “standard”. L’analisi dettagliata ha gradualmente evidenziato l’importanza e il valore di ciò che ormai può essere
    considerata una sofisticata e affascinante forma di artigianato in marmo di epoca romana.


    INDICE
    Introduzione; Stato dell’arte, definizione e criticità; Obiettivi e organizzazione;
    I. Origine: I.1 La nascita del genere; I.1.1 Gli ornamenta marmorei; I.2 La nascita della forma; I.2.1 I supporti per anathemata; I.2.2 La colonna d’acanto; I.2.3 I motivi vegetali; I.3 Risultati;
    II. Tipologie: II.1 Questioni di metodo; II.2 Classificazione per morfologia; II.2.1 Le tipologie di fusto; II.2.1.1 Tipo A: fusto liscio; II.2.1.2 Tipo B: fusto scanalato; II.2.1.3 Tipo C: fusto tortile; II.2.1.4
    Tipo D: fusto a sezioni; II.2.1.5 Tipo E: fusto a fascio; II.2.1.6 Tipo F: fusto palmiforme; II.2.1.7 Tipo G: fusto a clava; II.2.1.8 Tipo H: fusto a steli di acanto; II.2.2 Le tipologie di coronamento; II.2.2.1
    Tipo I-L: a bocciolo; II.2.2.2 Tipo M-N: a pigna; II.3 Classificazione per ornato; II.3.1 L’acanto; II.3.2 L’edera; II.3.3 La vite e il platano; II.3.4 L’ulivo e l’alloro; II.3.5 I frutti: cotogni, melagrane, pigne
    e ghiande; II.3.6 Le foglie embricate; II.3.7 Le rosette; II.3.8 La piccola fauna; II.4 Risultati;
    III. Diffusione: III.1 Area centro-settentrionale; III.2 Area laziale; III.3 Area vesuviana; III.4 Le province; III.5 I Contesti; III.5.1 La villa; III.5.1.1 Montebuono, Villa di Fianello Sabino; III.5.1.2
    Oplontis, Villa di Poppea; III.5.1.3 Marino, Villa di Q. Voconio Pollione; III.5.1.4 Tivoli, Villa Adriana; III.5.1.5 Liestal, Villa di Munzach; III.5.2 La domus; III.5.2.1 Ercolano, la Casa di Nettuno e
    Anfitrite; III.5.2.2 Pompei, la Casa IX, 7, 12; III.5.2.3 Pompei, la Casa I, 3, 30; III.5.2.4 Pompei, la Casa degli Amorini Dorati (VI 16, 7.38); III.5.2.5 Pompei, la Casa dei Vettii (VI, 15,1); III.5.3 Il contesto
    funerario; III.5.3.1 Il sepolcro degli Haterii; III.6 Destinazioni e opzioni di installazione; III.6.1 Il giardino; III.6.1.1 L’origine del giardino ornamentale; III.6.1.2 Il viridarium romano; III.6.1.3 La
    flora nel giardino romano;
    IV. Produzione: IV.1 Tempi e quantificazione della produzione; IV.1.1 Età augustea; IV.1.2 Età giulio-claudia; IV.1.3 Età flavio-traianea; IV.1.4 Età adrianea; IV.1.5 Età antonino-severiana; IV.2
    Caratteristiche tecniche; IV.2.1 I materiali; IV.2.2 La committenza; IV.3 Gruppi e botteghe; IV.3.1 L’area laziale; IV.3.1.1 Gruppi; IV.3.1.2 Botteghe;
    IV.3.2 L’area campana; IV.3.2.1 Gruppi; IV.3.2.2 Botteghe; IV.3.3 L’Italia settentrionale; IV.3.3.1 Gruppi; IV.4 Risultati;
    V. Riproduzioni; V.1 La pittura di giardino; V.2 Le urne marmoree; V.3 Le stele funerarie; V.4 I pilastrini; V.5 Gli altari;
    VI. Catalogo;
    Conclusioni: Le colonnine ornamentali nella tradizione artistica “neoattica”; Sviluppi futuri della ricerca;
    Bibliografia;
    Indice tipologico e topografico dei materiali;
    Indice delle tavole dei disegni;
    Indice delle tavole delle foto e crediti fotografici;
    Tavole dei disegni;
    Tavole delle foto.