Due giorni a Costantinopoli nel XII secolo - Nicola Cariello (Medievalia, 17)

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  • Prezzo: € 28.00
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    Descrizione:

    In 8°, bross. edit., 194 pp.

    L’11 e il 12 settembre del 1185 sono i due giorni della secolare vita dell’Impero d’Oriente che Každan, insigne bizantinista russo, scelse per quest’opera quale paradigma della storia bizantina. In quel brevissimo giro di tempo si verificò un imprevisto sorprendente avvenimento: Isacco Angelo, che stava per essere giustiziato per un grave crimine, non solo si salvò, ma venne proclamato imperatore in luogo di Andronico I Comneno, che fu invece ferocemente linciato dalla folla. Inaspettatamente i destini di due uomini si erano incrociati e capovolti: avvenimenti del genere non erano rari nella storia di Costantinopoli, la cui società, apparentemente solida e immobile, poggiava invece su basi effimere, per cui quell’aspetto caratteristico della vita bizantina che l’A. definisce “dinamismo verticale†faceva sì che chiunque potesse aspirare perfino al trono, ma allo stesso tempo perdere tutto improvvisamente per una “svolta fatale†dovuta ad una causa impensabile. Queste considerazioni costituiscono, però, solo il punto di partenza dal quale Každan muove per indagare i vari aspetti della cultura bizantina, dal mondo politico alla fede religiosa, dai fermenti letterari a quelli artistici, dalle cerimonie di corte alla vita quotidiana, fino al sistema militare e a quello sanitario, senza trascurare la topografia di Costantinopoli e la sua architettura. L’originalità del metodo di narrazione, che prescinde da un ordine logico e
    pianificato, consiste nell’affrontare gli argomenti a mano a mano che si presentano nel corso del racconto. “Credo che una tale organizzazione del materiale storico – avverte l’A. - risulti più dinamica, più intensa e più completa rispetto alla narrazione tradizionale e ufficiale dei fatti collocati odinatamente … scopo del libro è offrire un’immagine dell’impero bizantino e per comprendere tale immagine il fattore emotivo non è probabilmente meno importante della compiutezza e della coerenza narrativaâ€. Pagina per pagina, quindi, apparentemente in modo disordinato, tassello dopo tassello, si compone un gigantesco e policromo mosaico che si presenterà alla fine in tutta la sua complessità e profondità agli occhi del lettore. Nell’opera, pubblicata postuma, vengono particolarmente messe in rilievo le differenze culturali che rendevano – e rendono – difficile la comprensione tra Oriente e Occidente.

    Nicola Cariello (1938) laureatosi in Giurisprudenza alla “Sapienza†di Roma con una tesi nel campo del diritto ecclesiastico si interessa, in particolare, dei rapporti tra Stato e Chiesa nel Medioevo. Ha scritto numerosi articoli per riviste quali “Lazio ieri e oggi†ed “Aequaâ€, di cui è caporedattore ed ha collaborato con due saggi al volume “Roma Salaria, la città delle villeâ€, dedicato al II Municipio della città di Roma (Fratelli Palombi, 2001). Appassionato di cultura russa, è autore dei libri “I Saraceni nel Lazio (VIII-X secolo)â€, Edilazio 2001, “Giovanni VIII papa medievale (872-882)â€, Edilazio 2002, “Bisanzio Roma e Kiev al tempo dell’imperatore Giovanni Tzimisce, antologia di documenti (969-976)â€, Fabreschi 2008, “Stato e Chiesa nel Regno d’Italia al tempo di Ludovico II (844-875)â€, Scienze e Lettere 2011. Ha curato, infine, la versione italiana del libro del bizantinista russo Aleksandr Každan “Psamafijskaya Chronica†apparsa con il titolo “Anonimo di Psamatia, vita di Eutimio il Sincelloâ€, Arbor Sapientiae 2015 nonché quella di Nikolaj Popov “Imperator Lev VI Mudryj i ego tsarstvovanje v tserkovnoistoriÄeskom otnoÅ¡enii†(Stato e Chiesa a Bisanzio al tempo dell’imperatore Leone VI il Saggio (886-912), Arbor Sapientiae 2018). Nello stesso anno questa Casa editrice ha pubblicato nella collana “Damnatio Memoriae†il libro “I Russi in Val d’Anieneâ€, raccolta di scritti redatti dall’A. per la rivista “Aequa†e nel 2019 la versione italiana del libro di Margarita Polyakovskaya “Demetrio Cidone, ritratto di un intellettuale bizantinoâ€.





    Recensione:
    A. KAŽDAN, Due giorni a Costantinopoli nel XII secolo, a c. di Nicola Cariello, Arbor Sapientiae, Roma 2024


    Se nei nostri tempi moderni la “Grande Melaâ€, la città più multietnica e multilingue del mondo, è New York, nel medioevo questo ruolo era senz’altro da attribuire a Costantinopoli. Per le vie della città, all’epoca, si poteva incontrare gente di tutte le etnie. C’erano i barbuti Greci, i senza barba “Franchiâ€, provenienti dall’Occidente e soprattutto dall’Italia, che servivano nell’esercito bizantino. Non mancavano i mercanti arabi, con i loro mantelli scuri e i sandali rosso mattone, gli armeni, che a volte avevano posizioni di prestigio nell’apparato statale o nell’esercito; mentre per le taverne si vedevano gironzolare i georgiani, con i loro cappelli a tesa larga, gli alani, i variaghi, gli ebrei, i bulgari, i russi. Gente di ogni ceppo e religione confluiva nella “Grande Mela†bizantina, che stupiva tutti per la sua incomparabile e variegata bellezza. Accanto ai campi coltivati, si aprivano strade lastricate circondate da portici con botteghe che vendevano ogni mercanzia. Monasteri e magnifici palazzi, qua e là monumenti imponenti, e al centro della città, affianco al Gran Palazzo e a Santa Sofia, l’ippodromo, il luogo del divertimento e delle rivolte popolari. Poco oltre, il Foro di Teodosio, ornato di statue equestri, e il ninfeo che riceveva le sue acque dal più importante acquedotto.

    Due giorni a Costantinopoli nel XII secolo è l’ultima fatica di Nicola Cariello, autore che non ha bisogno di molte presentazioni. Caporedattore da anni della Rivista Aequa, nonché insigne studioso del medioevo e appassionato della cultura russa, ha al suo attivo numerose ed eccellenti pubblicazioni. Con la traduzione italiana dell’opera di Aleksandr PetroviÄ Každan, tratta dall’originale in lingua russa, pubblicata dalla casa editrice Aletheia di Pietroburgo nel 2002, Cariello ci offre una splendida visione di come si viveva nella Costantinopoli del XII secolo.

    La genesi dell’opera originale è curiosa, e per certi versi fortunata ad aver visto la luce. Quando nel 1978 Každan lasciò l’Unione Sovietica, affidò i suoi manoscritti all’amico Yakov NikolaeviÄ Ljubarskij. Ma questi soltanto dopo la morte del collega mise mano per la prima volta ai manoscritti che lo storico gli aveva consegnato. Tra i tanti, scoprì una corposa monografia, vergata con scrittura meticolosa, dal titolo “Due giorni nella vita di Costantinopoliâ€. Leggendola, Ljubarskij si rese subito contro che lo scritto, vecchio ormai di vent’anni, era ancora attuale e meritava di essere pubblicato, perché rappresentava uno dei lavori più interessanti di Každan.

    Può sembrare strano che in due soli giorni, l’11 e il 12 settembre 1185, lo scrittore russo possa dare un quadro esaustivo della vita che si svolgeva nella Costantinopoli di quel tempo. Eppure è proprio ciò che succede, perché sono due giorni che lo storico utilizza come un microcosmo per esplorare il macrocosmo della società e della cultura bizantina.
    Sono giornate cruciali. Isacco Angelo “nel fiore dell’età, che con i suoi capelli dorati somigliava al sole†sta per essere condotto al patibolo dall’imperatore Andronico. Tuttavia, con un rovesciamento dal basso verso l’alto, il giovane venne salvato dalla popolazione e proclamato imperatore, mentre il vecchio tiranno veniva linciato. Un cambiamento repentino di potere che rifletteva la caratteristica “dinamicità verticale†della società bizantina, dove anche un individuo condannato a morte poteva ascendere al trono in un ristretto lasso di tempo.
    Každan ha utilizzato l’evento come punto di partenza per una disamina ampia e dettagliata della vita a Costantinopoli nel medioevo, offrendo un’analisi meticolosa e un resoconto scintillante di un momento che ha cambiato il corso dell’Impero Bizantino. In uno stile semplice e divulgativo, non seguendo una narrazione logica ma piuttosto usando una serie di digressioni con le quali esplora i vari aspetti della vita nella città dell’epoca via via che emergono nel racconto, Každan è riuscito tuttavia a creare un mosaico complesso e vivido della civiltà bizantina nel suo complesso. Lo stesso storico ha sottolineato che questo tipo di approccio mirava a una rappresentazione più dinamica della storia, dove anche l’elemento emotivo andava a giocare un ruolo significativo.
    Nel volume, egregiamente tradotto da Cariello, tutti i temi sono toccati, dalla complessa interazione tra il potere secolare e quello religioso, dai dettagli sulla vita quotidiana alle cerimonie di corte alla vita nelle strade, dal sistema monetario all’organizzazione militare e sanitaria, dal clero all’architettura, dall’arte alla letteratura, affrontando altresì i fermenti artistici e letterari. Si può senz’altro affermare che Due giorni a Costantinopoli nel XII secolo è l’opera che mette in piena luce le differenze culturali che nel tempo hanno reso e ancora rendono difficile la comprensione tra l’Oriente bizantino e l’Occidente cristiano.
    Dobbiamo ringraziare una volta ancora Nicola Cariello per aver curato la pubblicazione della versione italiana del volume postumo di Aleksandr PetroviÄ Každan che, come sottolineato da lui stesso, ha condotto la traduzione in modo che rispecchiasse lo stile dell’autore, per rendere così fruibile questa preziosa opera a tutti coloro che sono interessati alla storia e alla cultura bizantina.


    Mario Giagnori, febbraio 2025