Indagini e studi su S. Maria di Pomposa (1982-2012) - Eugenio Russo
di
- Anno Edizione:
- 2019
- Casa Editrice:
- Espera Edizioni
- Argomento:
- Beni culturali, restauro e tutela del patrimonio culturale
- ISBN:
- 978-88-99847-24-1
Descrizione:
L’abbazia di Pomposa ha una storia articolata e complessa, di cui vengono
rivelati le fasi e gli accrescimenti per la chiesa di S. Maria, ma partendo dalla
preistoria: un sacello mononave, dell’inizio all’incirca del VI sec., trovato
nel 1962 nell’angolo sud-est dell’odierno complesso, e un secondo edificio
di c ulto, i ntorno a lla m età d el V I s ec. o p oco d opo, r invenuto a l d isotto
dell’absidiola sinistra della chiesa attuale. La chiesa attuale a 3 navate risale
nella prima fase, con 7 campate, poco dopo la metà dell’VIII sec., all’epoca
dell’arcivescovo ravennate Sergio (744-769), dopo il 751: è cioè contemporanea
del S. Salvatore di Brescia (753).
Alla chiesa a 7 campate fu anteposto un nartece con bifore a doppia ghiera,
ricoperto al pianterreno da 10 vôlte a crociera sorrette al centro dell’ambiente
da 4 sostegni, com’è indicato dagli affreschi ritrovati alle pareti, che con la
loro datazione alla fine del X o all’inizio dell’XI sec. ci offrono pure il termine
cronologico più basso per la costruzione dell’organismo. Con l’aprirsi
dell’XI sec. inizia a Pomposa un fervore di opere sotto l’abate Guido (1008-
1046): tra il mille circa e il 1026 viene costruita la cripta; il 7 maggio 1026
è ridedicata la chiesa, allungata di due campate inglobando lo spazio del
nartece, e costruendo all’interno uno dei più precoci esempi di jubé attestati
sul suolo italiano ( purtroppo poi demolito in sèguito alla riforma liturgica
del Concilio di Trento ) e confermato dall’organica sopraelevazione del
pavimento dell’VIII sec.; sotto l’arcivescovo ravennate Gebeardo (1028-1044) viene realizzato l’attuale atrio, opera d’un
artista orientale di eccezionale livello, maestro Mazulone; nel 1063 viene eretto, da parte dell’architetto Deusdedit, il
portentoso campanile, portato a termine entro l’XI secolo. L’importanza in campo storico-artistico del complesso, e
segnatamente dell’atrio, è rimarcata nel testo, rispetto alla stessa Montecassino dell’abate Desiderio ( di cinquant’anni
posteriore ), anche grazie all’acquisizione di una pianta della fine del Cinquecento che ci mostra tutto lo sviluppo del
monastero, veramente in Italia princeps.
Eugenio Russo è stato fino al 2016 professore ordinario di “Archeologia e Storia dell’Arte Paleocristiana e Altomedievale” nella
Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna. Tra le sue pubblicazioni si ricordano i volumi Sculture del
complesso eufrasiano di Parenzo, Napoli 1991; L’architettura di Ravenna paleocristiana, Venezia 2003; Sulla cronologia del S. Giovanni e di altri
monumenti paleocristiani di Efeso, Wien 2010; Le decorazioni di Isidoro il Giovane per S. Sofia di Costantinopoli, Roma 2011; Ricerche su S. Sofia
di Costantinopoli, Bologna 2018.
INDICE:
Indice delle illustrazioni; Premessa; Profilo storico-artistico della chiesa abbaziale di Pomposa; Testa barbata romana nel campanile di Pomposa;
L’atrio di Pomposa; Antiche piante e vedute del complesso abbaziale di Pomposa; Il