IL SERPENTE NELLA TRADIZIONE RELIGIOSA ROMANA - Ipazia 28
di Maria Elisa Garcia Barraco
- Anno Edizione:
- 2019
- Collana/Rivista:
- IPAZIA. Collana di antichita’ classiche - ISSN 2611-495X
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Archeologia e tutela del patrimonio archeologico - Saggi e Ricerche
- ISBN:
- 978-88-31341-00-4
Descrizione:
Emiliano Ventura - Recensione
La città immaginaria - Recensione
In 8°, bross. edit. con bandelle, 60 pp. a colori
Nell’antica Roma vedere un serpente era di buon augurio, rappresentava un legame con gli antenati e con i numi tutelari della famiglia. Allo stesso modo la raffigurazione di serpenti negli ambienti domestici aveva un particolare valore connesso ad aspetti arcaici della religione che li considerava dei genii loci con funzione specifica di protezione e difesa dei luoghi deputati a conservare i beni più importanti della familia: il cibo e le effigi degli antenati. Da qui si diffuse anche l’usanza di consacrare le parti esterne delle case e delle botteghe dipingendovi sopra affreschi con serpenti che avevano la duplice funzione di monito per il passante a rispettare il luogo e di tenere lontano il fascinus, ovvero il malocchio.