L’arte rupestre preistorica in Sicilia - Giovanni Mannino

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    Descrizione:

    A cura di Antonino Filippi

    incise altre volte dipinte sulla roccia, che ritroviamo in ogni parte del mondo. In Sicilia l’uomo preistorico, sin dal lontano Paleolitico Superiore già a partire da circa dodici mila anni or sono, realizzò sulle pareti delle grotte alcuni capolavori d’arte, come la celebre scena nella Grotta dell’Addaura, presso Palermo, dove uomini e donne sono intenti a compiere un acrobatico rituale, del quale forse mai si comprenderà la reale essenza; o le figure di animali nella Grotta del Genovese dell’isola di Levanzo, che costituiscono una sorta di enciclopedia illustrata della fauna siciliana sul finire del Pleistocene. Più enigmatici sono invece i segni dipinti sulle pareti della Grotta dei Cavalli, presso San Vito lo Capo, quasi un preludio dell’arte astratta dei nostri tempi, o le migliaia di incisioni lineari presenti in decine di grotte e anfratti, per le quali l’estrema essenzialità del segno scolpito nella roccia nasconde ancora gelosamente il messaggio in esse contenuto. Sarà proprio dalla scoperta, per la prima volta in Italia, di alcuni segni lineari incisi in una grotta non lontana da Palermo che ha avrà inizio, nel 1960, la lunga avventura scientifica di Giovanni Mannino, già pioniere della speleologia siciliana.
    L’Autore, attraverso le pagine di questo libro, che rappresentano un catalogo pressoché completo dell’arte rupestre preistorica siciliana, ci racconta così oltre mezzo secolo di studi, non limitandosi però alla sola descrizione dei dati, ma esplorando anche il lato umano della ricerca, i fatti, le circostanze ei protagonisti di ogni scoperta, attraverso un racconto che travalica il mero dato scientifico, divenendo la narrazione di una storia, ancora poco conosciuta, che ha come protagonista la Sicilia e la sua millenaria cultura.


    Giovanni Mannino, studioso di archeologia e speleologo. Fondatore dell’Associazione Catasto Speleologico Siciliano, ha esplorato oltre 700 grotte in Sicilia e in Italia. Dal 1952 al 1966 è stato fotografo presso la Soprintendenza alle Gallerie per la Sicilia e fra il 1966 e il 1991, per conto della Soprintendenza Archeologica di Palermo, si è occupato di ricerche e scavi, soprattutto in grotte e necropoli preistoriche nelle province di Palermo e Trapani. Ha pubblicato decine di articoli di speleologia e di archeologia siciliana, con particolare attenzione all’arte rupestre dell’Isola, oltre a numerose monografie quali Le grotte di Monte Pellegrino (1985), Guida alla preistoria del palermitano (2007), La carta archeologica di Favignana (2017). Inoltre, è coautore insieme a C.A. Di Stefano della Carta Archeologica della Sicilia. Carta d’Italia F° 249 (1983), con F. Spatafora del volume Mokarta. La necropoli di Cresta di Gallo (1995) e con V. Ailara della Carta Archeologica di Ustica (2016), isola dove è stato insignito della nomina di Cittadino Onorario.

    Antonino Filippi, laureato in Archeologia presso l’Università di Palermo, ha condotto studi e ricerche archeologiche sulla topografia antica e la preistoria del territorio trapanese, collaborando con la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Trapani, con il Museo Regionale «A. Pepoli» di Trapani e con il Museo Regionale Archeologico di Marsala. È stato fondatore del Gruppo Archeologico Drepanon, associazione con la quale ha ideato e realizzato progetti di ricerca archeologica e di divulgazione scientifica. È autore di numerosi articoli e studi di storia e archeologia siciliana e di alcune monografie fra le quali, Un antico porto nel Mediterraneo. Archeologia e storia di Trapani dall’età arcaica a quella bizantina (2005), Preistoria e protostoria trapanese (2014) e I danzatori dell’Addaura. Le radici preistoriche della religiosità in Sicilia (2015).