Dal privato al pubblico. Note sul collezionismo d'arte e di antichità dall'antico al secolo XVIII - Maria Vittoria Brugnoli

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    Descrizione:

    a cura di Enzo Borsellino 2a edizione 2017 Collana: Saggi di Storia dell’Arte - 8 Anno: 1a edizione 2010 - 2a edizione 2017
     Pagine: 368
     15.5 x 21.5 cm

    L’Algarotti avvertiva che sarebbe stata “opera quasi che infinita avere quadri di ogni pittore” e, parafrasando, si potrebbe dire altrettanto qualora si intendesse dar conto in modo esauriente, e sia pure entro limiti di tempo e nell’ambito della cultura occidentale, di quanto si può considerare premessa all’istituto del moderno museo d’arte e di antichità: punto di arrivo per le sue implicazioni di pubblica utilità. Nessuna presunzione pertanto in questo senso, ma soltanto l’intento di sottolineare per cenni taluni aspetti che sono apparsi significativi di un lungo percorso che si accompagna a quello della cultura, oltre che ad eventi di altra natura; in vista dell’antico aforisma secondo il quale “soltanto gli uomini istruiti sono liberi”. Un fine, quello dell’istruzione o meglio dell’educazione, che presiederà al momento in cui, nel secolo xviii, si verificherà il trapasso dal collezionismo privato al pubblico museo. Una soglia sulla quale è apparso qui opportuno arrestarsi.

    Sommario

    Parte I - Il collezionismo dall’antichità al secolo XVII - Dall’antico alla rinascenza - Umanesimo e rinascenza - Il Cinquecento: tra ‘antico’ e ‘meraviglioso’ - Il Seicento: età del grande collezionismo – Parte II - Il Settecento: dal privato al pubblico - Un nuovo rapporto tra arte e pubblico - L’edificio del museo in funzione della propria destinazione - Interventi del Winckelmann, del von Mechel, del Lanzi - Il museo in Francia in epoca rivoluzionaria: istituzione pubblica di pubblica utilità.