Bellezza Orsini. La costruzione di una strega (1528) - Michele DI SIVO - RR Inedita, Saggi 68
di
- Anno Edizione:
- 2016
- Casa Editrice:
- ROMA NEL RINASCIMENTO - Roma
- Argomento:
- Roma nel Rinascimento
- ISBN:
- 978-88-85913-94-3
Descrizione:
In 8° bross. eidt, pp. 200, ill.ni a coll.
Il processo per stregoneria contro Bellezza Orsini, avvenuto nel 1528 nella Rocca di Fiano, presso Roma, è
al centro di questo libro. Condotto dal Tribunale del conte di Pitigliano Ludovico Orsini, il processo è
misterioso sin dalla data, perché sulle carte non ne compare nessuna e fu invece inserito in un volume del
Tribunale del Governatore di Roma del 1540. Tutto avvenne dunque prima dell’istituzione del Tribunale del
S. Uffizio (1542). Misteriosa è pure la protagonista, che fu serva della famiglia di cui portava il nome e
guaritrice nella Sabina, attività che dopo il Sacco di Roma del 1527 la portò alla diffamazione da parte della
Comunità. L’accusa di stregoneria e fattucchieria a una curatrice, conoscitrice di erbe e pozioni, era frequente
in questo tipo di inquisizioni, e avverrà ancora in futuro in molti altri casi. Qui però c’è una donna di circa
45-50 anni capace di leggere e scrivere, che sostiene di basarsi su un “libro de 180 carte” contenente “tucti li
secreti del mondo” ed elabora una confessione autografa separata dal verbale degli interrogatori. Studiato
come un testo rilevante dal punto di vista linguistico, il quaderno di Bellezza è per la prima volta analizzato
nel suo contesto e nel suo significato di memoriale consegnato qualche giorno dopo le torture cui fu
sottoposta. Trascritto poi dal notaio in forma diversa, il quaderno fu nascosto e trasferito da Fiano. Nella
prima parte del libro si spiegano le origini di Bellezza Orsini, i riferimenti al suo libro, le ragioni del
processo e degli interventi sulle carte; si esamina inoltre il percorso che portò l’inquisita alla “convinzione”
d’essere strega e alla descrizione del sabba sotto al noce di Benevento, confessata da Bellezza Orsini dopo
un’abile manipolazione processuale guidata da trattati come il Malleus maleficarum del 1487. Dopo quella
confessione, pronunciata prima di scrivere il quaderno, nel suo testo Bellezza Orsini rivela invece la sua
propria visione della stregoneria, cui seguì la sanguinosa conclusione della vicenda. Nella seconda parte si
pubblica l’edizione integrale del processo, finora inedita nella sua interezza.
Con la pubblicazione di questo volume l’Associazione Roma nel Rinascimento si propone di offrire un
decisivo contributo alla migliore conoscenza di un documento straordinario per molti motivi: la rarità di
processi per stregoneria nell’area romana, la confessione autografa, la personalità dell’inquisita, la presenza
nei suoi interrogatori dell’idea di organizzazione della stregoneria, la possibilità di una comparazione, offerta
dalla fonte, tra le diverse versioni della narrazione, costruita nella drammatica dialettica tra l’inquisita, il
giudice e il notaio.