Un Bambino di Paese - Ṭifl min al-qaryah

di ?ifl min al-qaryah

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  • Prezzo: € 17.00
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    Descrizione:

    Informazioni: prefazione di Massimo Campanini; introduzione, traduzione e note di Layla Mustapha Ammar - pp. 132, Roma

    Dalla Prefazione:

    Sayyid Qutb è un pensatore controverso.

    Stigmatizzato da Norman Berman sul "The New York Times" come "filosofo del terrorismo", in quasi ogni angolo del pianeta, in Occidente ovviamente, ma anche nel mondo arabo, il suo nome è automaticamente associato alle fenomenologie di islamismo violento e gihadista che da alcuni anni coinvolgono Vicino e Medio Oriente, Europa e USA; i suoi libri sono soggetti a un ostracismo miope e sono difficilmente trovabili sugli scaffali delle "normali" librerie. Il tentativo di fare di Qutb il cattivo maestro della violenza perpetrata in nome dell'Islam da terroristi che non sono affatto musulmani, né di nome né di fatto, pur pretendendolo, sconta la necessità, in gran parte propagandistica e manipolatrice, soggetta alle leggi del mercato, ma anche del discorso politico dominante, di trovare un "teorizzatore" sistematico e consapevole a fenomeni tanto preoccupanti.

    Si tratta in realtà di un'operazione surrettizia cui, come spesso capita in questi casi, non è immediato trovare riscontro oggettivo nei testi. I libri e gli scritti di Qutb sono perlopiù citati (ovviamente soprattutto dai suoi detrattori) riportandone il titolo, alludendo a grandi linee ad alcuni punti topici e controversi, ma non è infrequente che, chi li cita, dimostri di averli letti in modo affrettato e superficiale o di non averli letti affatto.

    Prendiamo il famigerato Ma 'ālim fī l-tarīq (Segni indicatori sulla via ovvero Milestones), considerato da molti il "breviario" del gihadismo terrorista. Si tratta, certo, di un libro che contiene pensieri estremisti, sovversivi: soprattutto allorché incita al ğihād contro i regimi arabi del suo tempo, soprattutto quello di Nasser, ritenuti "miscredenti", non più musulmani. Qutb riteneva obbligatorio e vincolante, secondo il principio, inteso in senso militare questa volta, dell"'ordinare il bene e proibire il male" (Q. III: 104 e 110), il ğihād quale lotta armata contro i tiranni e gli oppressori. Ma in nessun modo invitava a colpire e uccidere indiscriminatamente civili, donne, vecchi e bambini; in nessun luogo scriveva della necessità di combattere Israele o esponenti di altre religioni, né sosteneva l'idea che, instaurato un sistema politico islamico, tutti dovessero, sotto costrizione, convertirsi all'Islam. Anzi, ritenendo il ğihād una forma di lotta movimentista (ḥarakah) per la liberazione (taḥarrur) di tutti gli oppressi (mustaḍ'afūn), Qutb intendeva l'Islam come la via che libererà tutti gli uomini dalle loro catene, cristiani ed ebrei compresi, i quali anzi avranno piena libertà di professare il loro credo una volta che l'ingiustizia sarà cancellata.

    Dalla Presentazione:

    Un bambino di paese è il suggestivo e vagamente esotico titolo di un testo autobiografico che si presta a letture differenti e può essere apprezzato da diversi tipi di pubblico. Lettura piacevole, per chi può lasciarsi incuriosire dai resoconti della vita quotidiana d'un villaggio egiziano ai primi del '900, è anche un documento che cela indicazioni preziose dal punto di vista storico, dato che i fatti descritti risalgono a un momento importante nella storia moderna dell'Egitto. Il testo si presenta, inoltre, come un'opera letteraria da cui traspaiono alcune delle posizioni su cui verteva il dibattito politico-culturale tra le varie correnti di intellettuali nell'Egitto degli anni '40. Al di là di ciò, il dato di maggiore interesse risiede probabilmente nel fatto che si tratta di un testo autobiografico scritto da Sayyid Qutb, uno dei più noti ideologi del pensiero islamico contemporaneo e il principale teorico del Movimento dei Fratelli Musulmani, condannato alla pena capitale dal regime di Ğamāl 'Abd al-Nāsir (Nasser) nel 1966, all'età di 60 anni.

    A oltre mezzo secolo dalla morte, Qutb continua a rappresentare un punto di riferimento all'interno della comunità islamica internazionale e i testi politici da lui redatti conoscono la più ampia diffusione. Tuttavia, prima che il suo orientamento politico subisse una svolta in senso islamico e radicale, questo personaggio aveva intrapreso la carriera di letterato partendo da posizioni secolariste. La pubblicazione di Un bambino di paese è del 1946 e precede di almeno un paio d'anni la sua adesione all'ideologia islamica come pure la stesura dei suoi primi saggi politici.

    La diversa tipologia degli scritti che compongono la vasta produzione bibliografica qutbiana corrisponde in modo abbastanza lineare alle varie fasi della vita di Qutb. Tant'è che generalmente il suo percorso biografico viene suddiviso in tre momenti, ognuno dei quali rappresenta un importante punto di svolta in merito alla formazione della sua personalità e del suo pensiero.