Corporazioni Romane e Arti Medievali - di Pier Silverio Leicht

di Pier Silverio Leicht

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    Descrizione:

    prefazione dell'autore. - pp. 136, Roma


    «L'importanza assunta, nei nostri tempi, dalle unioni sindacali di datori e prenditori di lavoro, che son divenute, in forme varie, nei diversi paesi, la spina dorsale della vita economica, ha richiamata vivamente l'attenzione generale sui precedenti storici di tali istituti, sulle organizzazioni che, nel mondo romano e nel mondo medievale, raggrupparono commercianti, imprenditori ed artieri. Si volle sapere come queste si formassero, quale fosse la loro attività, quali le ragioni della loro decadenza, si vollero raffrontare cogli istituti odierni e vedere quali differenze o somiglianze vi si potessero riconoscere.
    Un esame, anche superficiale, mostra profonde diversità; basti osservare che interi strati della popolazione lavoratrice erano esclusi, nelle arti medievali, dall'esercizio dei diritti sindacali. Esse tendevano inoltre a costituire un regime di privilegio, sia dal lato economico, che da quello giurisdizionale e per di più avevano funzioni economiche, come l'acquisto delle materie prime, che, nell'attuale sistema italiano, sono escluse dall'attività delle unioni professionali. Tuttavia, malgrado tali differenze, non si può negare che ci sian analogie che, talvolta, appaiono sorprendenti, quando si consideri la grandissima distanza dei tempi e la diversità della struttura economica. Ad esempio, l'importanza assunta dall'organizzazione data alla società sul fondamento delle professioni, nell'ordinamento politico dello Stato, non può a meno di richiamare alla nostra mente, quell'interessante fase del governo medievale che si chiama «Comune delle Arti» e si trova così in Italia, come in altri paesi dell'Europa occidentale.
    Nell'ordinamento italiano odierno, poi, la stretta connessione delle organizzazioni professionali collo Stato, ci richiama da un lato all'ordinamento dei collegi romani, in particolar modo per il prevalere dell'interesse generale sull'interesse delle singole categorie, dall'altro alla disciplina imposta da taluni fra i più rigogliosi nostri comuni, ad esempio Venezia, alle unioni professionali.
    È naturale il chiedere come si sia formato questo stretto rapporto delle « arti» con lo Stato. Ha avuto, questo, una parte notevole nella formazione di tali unioni professionali, od almeno ha influito sulla costituzione della loro personalità giuridica? Come s'è formato il concetto della superiorità dell'interesse pubblico sull'interesse professionale?
    Come è ovvio, tali problemi sono legati a quello della formazione delle unioni professionali stesse nel periodo precomunale ed agli inizi del periodo comunale.
    Alcuni studiosi credettero di veder la ragione della formazione di esse in movimenti di ribellione contro gli ordini feudali; alcuni poi vollero che i principii se ne trovassero negli stessi grandi domini di quell'età, nei quali, secondo la loro opinione, si concentrava la vita economica precomunale. Altri li videro invece formarsi all'ombra delle istituzioni ecclesiastiche, con scopi prevalenti d'assistenza e di culto. Per alcuni si tratta di movimenti, per la maggior parte, di servi anelanti alla libertà, che cercavan di scuotere i loro vincoli, formati già dalle invasioni barbariche; per altri invece, il modello delle arti medievali si troverebbe nei collegi romani e gli ordinamenti del basso impero sarebbero continuati, in buona parte, senza interruzione, sino all'età comunale: si tratterebbe, dunque, d'unioni di liberi, pur soggetti, secondo il sistema dei collegi, alla dipendenza dello Stato. V'ha, quindi, come si vede, un'estrema varietà d'opinioni.
    Le pagine che seguono hanno lo scopo di esaminare, in ispecie per ciò che concerne l'Italia, ma senza considerare il fenomeno italiano come avulso dal mondo occidentale, i dati che le fonti ci offrono in ordine a tale argomento. lo spero, che esse potranno far conoscere ad un pubblico alquanto più largo che non sia quello degli studiosi speciali, quanto ampio sia stato, in tutti i paesi dell'Europa occidentale, il lavorio dei ricercatori su questo argomento, quanto importanti le ipotesi da essi poste, e come le pazienti ricerche d'archivio condotte negli ultimi decenni, abbiano potuto porre in luce nuovi elementi utili alla soluzione di questi problemi così ardui ed interessanti.» (Dalla prefazione dell'autore)