FORMA URBIS. ITINERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICA - Anno XX n. 9 Settembre 2015 "Il tessuto della vita. Le risorse, l'economia e la produzione tessile nell'Italia antica"
a cura di Simona Sanchirico
- Anno Edizione:
- 2015
- Collana/Rivista:
- Forma Urbis - Itinerari nascosti di Roma Antica - ISSN 1720-8840
- Argomento:
- Archeologia e tutela del patrimonio archeologico - Saggi e Ricerche
Descrizione:
È strale, è stral, non ago
quel ch’opra in suo lavoro
nova Aracne d’Amor, colei ch’adoro;
onde, mentre il bel lino orna e trapunge,
di mille punte il cor mi passa e punge.
Misero! E quel sì vago
Sanguigno fil che tira
Tronca, annoda, assottiglia, attorce e gira
La bella man gradita
È il fil de la mia vita.
(Giambattista Marino, “Donna che cuce”, da La lira, XI)
Al piacere per l’uso delle figure retoriche che caratterizza questo lezioso madrigale, pubblicato in una raccolta del 1614, si accompagna il gusto del mito raro e ricercato in una mescolanza di temi e registri, tipica dell’opera di Giambattista Marino, massimo rappresentante della poe- sia barocca in Italia, “il gran maestro della parola” secondo la definizione che di lui diede Francesco De Santis.
Ed ecco dunque tra metafore, giochi di parole e allittera- zioni varie, fare la sua comparsa la donna amata, prima, incarnazione di Aracne e, poi, della Parca filatrice che tiene in mano il destino (il fil de la mia vita) del poeta, come, del resto, quello di tutti, mortali e non.
Aracne (figlia del tintore Idmone), di cui ci parlano anche Virgilio (Georgiche 4, 246), Ovidio
(Metamorfosi 6,5, 145), Dante (Inferno, canto XVII; Purgatorio, canto XII) e Boccaccio (De mulieribus claris), viveva in Lidia, a Colo- fone, città nota per la sua porpora.
Tanto la fanciulla era abile nel tessere che ebbe l’ardire di sfidare Atena, protettrice dell’arte della tessitura. La dea si tramutò allora in una vecchia e la ammonì – non ascoltata – di essere modesta.
A quel punto Atena riprese le proprie sembianze e la competizione ebbe inizio.
La dea approntò un tappeto su cui erano raffigurate la sua vittoria su Poseidone per il dominio sull’Attica e scene esemplari in cui alcuni mortali venivano puniti per la loro superbia; Aracne, invece, scelse come tema della sua tessitura gli amori infedeli degli dei facendo un lavoro così mirabile da far adirare Atena che, in un moto di rabbia, distrusse la tela e colpì la fanciulla con la sua spola. Allora questa, disperata, provò a impiccarsi ma la dea, volendo punirla per la sua hybris, la trasformò in un ragno costringendola, così, a filare e tessere per l’eternità dalla bocca, appesa a un filo.
Alla Parca Clotho, la “tessitrice” divina (nel cui nome rie- cheggia proprio l’arte del tessere, dal greco klo-tho- , simile all’inglese “cloth”, stoffa, dall’Old English clath, da cui an- che “clothes”, abiti), e alle sue
inesorabili sorelle Atropo e Lachesi, nel madrigale mariniano si allude solamente, senza nominarle, quando – sebbene in un contesto lirico – con lessico concreto e tecnicamente preciso (orna e trapunge…tira tronca, annoda, assottiglia, attorce e gira), la donna amata viene descritta mentre lavora il filo “sanguigno”, metafora della vita.
E infatti le Parche, o Moire, sono nell’antichità personificazioni del destino di ciascuno, perché ogni essere umano ha la sua moîra, ossia la sua “parte” (di vita, di fortuna o sfortuna) filata, tessuta e poi recisa quando giunge il momento fatale e ineludibile al quale neanche gli dei possono opporsi se non vogliono turbare l’ordine del mondo.
I tessuti di cui si parla in questo numero di Forma Urbis sono, invece, fuor di metafora, quelli che proteggono dalle intemperie – dal freddo o dalla calura – ma che possono anche rivelare l’identità, il rango e il ruolo delle persone all’interno di una comunità.
Come leggiamo sfogliando le pagine che seguono, nell’antichità la manifattura dei tessuti aveva un ruolo rilevante nella vita quotidiana, era appannaggio delle donne e aveva anche un’importanza religiosa ed economica.
La ricerca tessile è oggi una branca dell’archeologia più che mai fervida e multiforme, come dimostrano convegni internazionali dell’importanza di quello da cui trae spunto questo volume, “Il tessuto della vita: le risorse, l’economia e la produzione tessile nell’Italia antica”, organizzato da Margarita Gleba (McDonald Institute for Archaeological Research, University of Cambridge) e da Romina Laurito (Centre for Textile Research, Università di Copenhagen; Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meri- dionale), alla cui collaborazione si deve la cura di questo numero che si inserisce nell’ambito di quelli che Forma Urbis dedica all’approfondimento delle metodologie di ricerca in ambito archeologico.
Simona Sanchirico, Direttore editoriale di Forma Urbis
Fondazione Dià Cultura
INDICE
Editoriale: Aracne e Clotho. Tessere il destino
di Simona Sanchirico
Introduzione. Il tessuto della vita: la produzione tessile nell’Italia antica
di Margarita Gleba, Romina Laurito
Le produzioni tessili preistoriche in Italia settentrionale:
il caso dei siti palafitticoli di Molina di Ledro e Fiavé, in Trentino
di Marta Bazzanella
Tessuti dell’età del Ferro e Arcaica nell’Italia continentale
di Margarita Gleba
I mantelli da parata dei Principi di Verucchio nel VII secolo a.C.
di Annemarie Stauffer
Filare e tessere tra gli Etruschi.
Un primo sguardo funzionale al loro strumentario
di Romina Laurito
Prime riflessioni sulla produzione tessile in Magna Grecia
di Francesco Meo
Tessitura e identità.
Il ruolo dei pesi da telaio come espressione di personalizzazione e di relazioni socio-culturali in Magna Grecia
di Alessandro Quercia
Archeologia tessile nella Venetia romana
di Maria Stella Busana, Anna Rosa Tricomi, Cecilia Rossi
L’archeologia sperimentale e la ricerca sui tessuti
di Eva Andersson Strand
I resti archeobotanici e le fibre tessili
di Mauro Rottoli
Distinguere le pecore dalle capre:
le evidenze archeozoologiche sulla produzione della lana nell’Italia centrale e settentrionale pre-romana
di Angela Trentacoste
Iconografia dei tessuti nell’Italia della prima età del Ferro –
metodi e potenziale di ricerca
di Susanna Harris
La produzione e il commercio dei tessuti nella letteratura romana e nelle fonti scritte
di John Peter Wild
Dai taccuini del 1890 al Museo MAVNA:
l’identità di Narce attraverso le attività di filatura e tessitura a La Petrina
di Jacopo Tabolli
Editoriale e sommario