Tuscania patrimonio d'arte, nuova luce sulla città della Tuscia - a cura di Stefano Brachetti

di Stefano Brachetti

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  • Prezzo: € 25.00
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    Descrizione:

    Formato cm 17×24 – pp. 352 + 8 colore – ill. b/n e colore
    Indice

    - Fulvio Ricci: “La decorazione pittorica e scultorea di Santa Maria Maggiore”
    – Benedetta Montevecchi: “Una prima ricognizione sulla pittura a Tuscania tra Seicento e Settecento”
    – Livia Carloni: “Una testimonianza importante, a Tuscania, della pittura del Seicento veronese: una pala del Turchi ed altre considerazioni a margine”
    – Giannino Tiziani: “Giuseppe Cades: due opere a Tarquinia, una persa a Tuscania ed un dipinto accertato di Teodoro Rusca”
    – Davide Bordo, Mattia Galli, Michele Tirico: “Santa Maria dell’Olivo. Nuovi dati documentari”
    – Stefano Brachetti: “Opere a stampa nell’archivio del Duomo. Note a margine di una precatalogazione”
    – Cecilia Alessi, Nicoletta Montemaggiori (con introduzione di Stefano Brachetti): “La cancellata della cappella dei SS. Martiri. Proposta di restauro”

    Contributi inediti del convegno Tuscania, patrimonio d’arte hanno dato nuova luce ad alcuni aspetti storici e artistici della città della Tuscia. Se n’è parlato il 16 giugno 2014 nella Sala della Crociera, sede del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo in via del Collegio Romano, durante la presentazione del volume a cura di Stefano Brachetti, che ha raccolto gli atti di questoseminario.

    Dimostrano come una larga parte del nostro patrimonio artistico sia sconosciuta, fruita da pochi o ne sia ignorata l’altissima qualità e il valore. Conseguenza immediata di questa poca attenzione, nel caso di Tuscania, è stata la lenta emorragia che ha portato alla dispersione di moltissime opere d’arte e oggetti storici che pur si erano salvati dal terremoto del 1971 e che la dimenticanza ha permesso che fossero trasferiti altrove, fino a farne perdere le tracce.

    Il testo di Brachetti si occupa di questa città che dopo il sisma è diventata un esemplare laboratorio per i suoi eccellenti restauri. La mancata pubblicazione dei risultati di studi e indagini, l’assenza di un programma di ricerca organico solitamente crea disaffezione e anche in questo caso ha allontanato sempre di più da un patrimonio che deve essere sentito come collettivo.

    Il nuovo apporto degli studiosi locali, l’analisi accurata e il restauro di chiese e di oggetti del ‘400 di grande valore, di questa arte applicata, marginalizzata solitamente dalla storia dell’arte, inquadrano finalmente gli edifici sacri nel contesto storico in cui furono costruiti. La storia dell’arte si intreccia in questo modo alla storia della tecnologia.
    Dagli studi locali il ‘600 emerge inoltre come momento storico di grande interesse da mettere a fuoco, dopo la stagione medievale, ritenuta la sola significativa. La pittura tuscanese del seicento e del settecento, mostra episodi di altissima qualità artistica, legati alla committenza locale. Un mondo barocco a Tuscania che merita di essere esplorato e valorizzato.