Vicenza. Traffici commerciali in epoca romana. I dati delle anfore - Stefania Mazzocchin - Pulsar, 1

di Stefania Mazzocchin

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  • Prezzo: € 50.00
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    Descrizione:

    In 4°, bross. edit., 217 pp. , ill.ni b/n


    Abstract (inglese)

    The aim of research is the reconstruction of Vicenza commercial traffics, in Roman age, by the analisys of amphoras, which are discovered in great number and often complete in the Venetia cities, because them are re-employed, once emptied of content, as drain material for grounds improvement and damp areas reutilisation.
    After a brief morphology and topography description of territory of the ancient city, six contexts have been analyzed, characterized by a particular concentrations of amphoras (chapter 1): each site has been positioned on an archaeological map, created in this occasion; for the most recent research the excavation records, the archive research for XVIII and the beginnings of XIX century excavations, and the tipology of amphoras (738 amphoras have been analyzed) have been examined, to reach each context chronology. All the amphoras preserved in Archaeological Naturalistic Museum and in city buildings have also been analyzed, to reach the recovery place, thought precise indication was lost.
    Next chapter (chapter 2) is about functional interpretation of amphoras preparation: some of them are drains to contain water table excursion, especially to get necropolis space. In a case the amphoras where employed to structuring and to isolate from the damp a mighty embankment, that defended the south east districts from the rivers floods; the amphoras were finally employed for ground stabilizing and levelling, to increase edificabile surface in urban area.
    The typologies of amphoras have been analyzed (chapter 3), the greatest percentage of which results of italic production, particularly Dressel 6A and Dressel 6B, an oriental part, among which the late rodian and the Dressels 25, are the most frequent, while a small contribution comes from the iberian Dressel 7-11. Among the italic typologies, have been distinguished, both for oil and for wine amphoras, different groups with morphological and material characteristics connected to north italic, or istrian or mid adriatic areas.
    The majority of amphoras have a adriatic production and have a lot of stamps, so particular attention have been saved for stamps (chapter 4), often more eloquent than the tipological characteristic as it regards amphoras chronology and origin: 121 stamps, 26 on Dressel 6A and 94 on Dressel 6B, 13 graffitos and two tituli picti have been analyzed.
    Finally follows (chapter 5) the analysis of Vicenza economy, between the late republican and claudian age, when oil and wine come from north italic, istrian and mid adraitic markets, a tipical wine comes from Aegean islands, and fish sauces come from Iberian regions (fish bones founded inside a Dressel 6A (chapter 3) have forced to reflect on a garum local production, that may be commercialized in re-used amphoras).
    Vicenza has been compared with Verona, Padua, Altino and Oderzo, and is evident that have an economic role like the other cities of Venetia and shows to have a remarkable commercial vivacity, since is related with all the productive areas of Mediterranean basin, from Aegean to Baetica, and shows indipendent exchanges, now conversing with Verona economic pole, now with Padua.



    Abstract (italiano)

    La ricerca ha come obiettivo la ricostruzione dei traffici commerciali a Vicenza, in età romana, attraverso lo studio delle anfore, che si rinvengono assai numerose e spesso integre nelle città della Venetia perché reimpiegate, una volta svuotate del loro contenuto, come materiale di drenaggio per il risanamento dei suoli e il recupero di aree umide.
    Dopo un breve inquadramento sulla morfologia del territorio e sulla topografia della città antica, sono stati analizzati sei contesti dai quali provengono particolari concentrazioni di contenitori (capitolo 1): per ciascun sito, posizionato su una carta archeologica della città creata in questa occasione, sono state esaminate la documentazione di scavo, per gli interventi più recenti, quella di archivio per gli scavi del XVIII e degli inizi del XIX secolo, e la composizione del deposito di anfore (sono stati schedati 738 contenitori), per giungere a stabilire la cronologia degli insiemi. Sono state analizzate anche tutte le anfore conservate nel Museo Naturalistico Archeologico e nei palazzi della città, con l'intento di recuperare il luogo di ritrovamento, nonostante fosse perduta l'indicazione precisa.
    Segue (capitolo 2) l'interpretazione funzionale degli apprestamenti con anfore, alcuni dei quali si sono rivelati veri e propri drenaggi per il contenimento dell'escursione della falda, messi in opera per recuperare terreno alla pianificazione urbana in particolare delle aree destinate a necropoli. In un caso le anfore servirono per strutturare nella sua parte inferiore e nel contempo isolare dall'umidità un possente terrapieno, che difendeva i quartieri a sud est dalle piene dei corsi d'acqua; infine le anfore furono impiegate per stabilizzare il terreno e per alleggerire riempimenti di strutture sotterranee e poderosi livellamenti con lo scopo di aumentare la superficie dello spazio edificabile nell'area urbana.
    Sono state analizzate le tipologie di anfore presenti (capitolo 3), di cui la maggiore percentuale è risultata di produzione italica, in particolare Dressel 6A e Dressel 6B, una parte orientale, tra cui le tardo rodie e le Dressel 25 sono le più numerose, mentre un piccolo apporto viene dalla penisola iberica, con le Dressel 7-11. All'interno delle tipologie italiche, si sono potuti distinguere, sia per le anfore olearie, sia per quelle vinarie, diversi gruppi con caratteristiche morfologiche e di impasto comuni, collegabili all'area cisalpina, a quella istriana e alla picena.
    Trattandosi inoltre per la maggioranza di anfore di produzione adriatica, che presentano un'articolata bollatura, particolare attenzione è stata dedicata all'apparato epigrafico (capitolo 4), spesso più eloquente delle caratteristiche tipologiche per quanto riguarda cronologia e origine dei contenitori: sono stati analizzati 121 bolli, 26 su Dressel 6A e 94 su Dressel 6B, 13 graffiti e due tituli picti.
    Segue infine (capitolo 5) una approfondita analisi degli elementi caratterizzanti l'economia di Vicenza tra la tarda età repubblicana e quella claudia, quando la città mostra di richiedere soprattutto olio e vino da mercati cisalpini, istriani e medio adraitici, qualità particolari di vino dall'Egeo, mentre le salse di pesce giungono dalla penisola iberica (il rinvenimento all'interno di una Dressel 6A di lische di pesce (capitolo 3) ha costretto a riflettere sulla presenza di garum di produzione locale, che sembra commercializzato a breve raggio in anfore riutilizzate).
    Si è messa a confronto quindi la città di Vicenza con le realtà già ben studiate di Verona, Padova, Altino e Oderzo, dal quale emerge che Vicenza gioca un ruolo economico al pari di quello delle altre città della Venetia, e mostra di avere una vivacità commerciale notevole, poiché è in contatto con tutte le aree produttive del bacino del Mediterraneo, dall'Egeo alla Baetica, oltre che una certa autonomia degli scambi, dialogando ora con il polo economico di Verona, ora con quello di Padova.