I capelli di Carlo il Calvo. Indagine sul ritratto monetale nell'Europa medievale - Lucia Travaini - Vol. 7

di Lucia Travaini

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  • Prezzo: € 25.00
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    Descrizione:

    Illustrazioni: bn e colori Materie: Numismatica Formato: 15x21 Allestimento: Brossura Numero Pagine: 344


    Sommario:

    Esergo. Introduzione. 1. Il ritratto monetale nel medioevo: premesse. I capelli di Carlo il Calvo: ragioni di un titolo. Che cos'è un ritratto? L'uso del termine ritratto. Ritratti nel Rinascimento. Fisionomico e fisiognomico. Ritratti nel medioevo. A destra, a sinistra, di fronte. L'immaginario, il simbolico e la realtà fisica. Barbe e capelli. Ritratti monetali come casi storiografici. Che cosa fa grande un re? La "propaganda" e la reazione del pubblico. I nomi delle monete. Damnatio memoriae. Memoria dell'antico, antenati e fondatori. I modelli antichi. Il lessico monetale. Le zecche e gli usi delle monete. Icona e ritratto: il volto dei sovrani vivi e dei sovrani defunti. Il ritratto dell'imperatore. Il volto di Cristo. 2. Storia degli studi sul ritratto monetale medievale. I porcospini anglosassoni: 'ritratti' degenerati, lupa con gemelli, oppure navi a remi? 3. Testo e immagine. I ritratti, la scrittura e il resto. La scrittura: il nome, i titoli e i numeri dei re. Composizione di testo e immagini. Altri elementi dell'iconografia monetale medievale. 4. Le origini del ritratto monetale: il mondo greco e romano. Il mondo greco. Il mondo romano. 5. Ritratti bizantini. 6. I re dai lunghi capelli. Modelli e innovazioni dei ritratti monetali dei Regni romano-barbarici. Vandali. Ostrogoti. Merovingi. Il copricapo dei vescovi merovingi. Longobardi. Visigoti. Anglosassoni. Intorno al 690 d.C.: l'affermazione dell'immaginario sovrano altomedievale. 7. Busti carolingi e re "senza memoria" (IX-XI secolo). Da Carlo Magno a Carlo il Calvo. Monogrammi e busti: scambi e deformazioni. Ritratti anglosassoni da Offa ad Aroldo II. Il papa, san Pietro, san Gennaro. I re "senza memoria". Il falso ritratto di un re "senza memoria". 8. L'Italia meridionale e la Sicilia: principi longobardi e sovrani normanni, svevi e angioini. Da Gisulfo II di Salerno ai re normanni. Enrico VI. Federico II. Gregorio IX e l'imperatore: ritratti 'contro'. Gli Angiò. 9. Imperatori e città, signori e papi sulle monete italiane tra XII e XIV secolo. Città e Federico Barbarossa. Città e Federico II. Da Enrico VII a Carlo IV. Signori e città. Roma, papi e senatori. Repubbliche. Modelli, dipendenza giuridica, autocoscienza: Francesco I Gattilusio. 10. Immagini di sovrani nell'Europa medievale. Sovrani santi, santi sovrani. 11. Le donne sulle monete. Donne raffigurate. Donne nominate e non raffigurate. Le regine reggenti. Re o regina? 12. Verso le fine del medioevo: immagini e 'veri' ritratti dei nuovi signori. Le prime teste con uno spirito nuovo: re, duchi e marchesi. Bellezza in circolazione. 13. Conclusioni. Post scriptum: l'"auto-icona" di Jeremy Bentham. Bibliografia. Crediti fotografici. Indice dei nomi di persona e di luogo.



    Come leggere un ritratto monetale medievale? L'autrice accompagna il lettore in un mondo visivo mai esplorato finora con questa ampiezza, ricostruendone le origini a partire dai precedenti nel mondo greco e romano, ed esplorando immagini sovrane dall'alto Medioevo fino agli inizi del Rinascimento in tutta Europa. Sono ritratti tipologici, di categoria: un re ha corona e scettro; un vescovo mitra e pastorale; un duca è armato. Non si può cercare una fisionomia realistica in un tempo in cui il concetto di individuo era molto diverso dal nostro: semmai si potevano indicare baffi o barba, anche se non sempre possiamo essere certi della loro effettiva 'realtà'. Ma perché Carlo il Calvo? Il soprannome di quel sovrano anticipa questa conclusione: Carlo sembra avesse infatti molti capelli e sui rari ritratti monetali le foglie della corona d'alloro si intrecciano ai capelli: nome, ritratto e fisionomia sono elementi non sempre in accordo.
    I ritratti erano importanti: segno di potere e di forte affermazione, mostravano la presenza del signore e ne manifestavano l'autocoscienza. Per un ritratto monetale - di qualsiasi periodo e forma esso fosse - era imprescindibile un presupposto giuridico e non sono rari gli 'abusi di ritratto', come quello di Azzone Visconti a Cremona; ma si conoscono anche sovrani che non furono interessati a esporsi su moneta, e altri che invece ci provarono senza successo a causa dell'opposizione locale.
    In queste pagine incontreremo la treccia annodata di re Dagoberto I e gli occhi globulari di un re norvegese, le immagini di Barbarossa e Federico II e di molti altri. Tra Medioevo e Rinascimento il marchese di Mantova ebbe due ritratti monetali: il primo, 'medievale di categoria' come uomo d'armi a figura intera nel 1446, ed il secondo, 'del Rinascimento' con la sola testa nel 1472, quando ormai egli aveva raggiunto uno status adeguato nel quadro politico del tempo: il marchese era un uomo accorto e conosceva le regole, anche quelle del ritratto.

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    Redazione editoriale di Sarah Fontana