I periboli funerari nell'Attica classica: lo specchio di una 'borghesia' - SATAA 3

di Daniela Marchiandi

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    Descrizione:

    Scuola Archeologica Italiana di Atene

    L’ampia diffusione delle tombe di famiglia è un fenomeno peculiare dell’Attica classica, che comincia nella seconda metà del V secolo e dura fino allo scorcio del secolo successivo, in contemporanea dunque con l’età aurea della democrazia ateniese. Nei cosiddetti periboli funerari il polites mette in mostra, nel microcosmo del proprio oikos, il corretto funzionamento dei meccanismi basilari sui quali si fonda la polis. Gerarchia, divisione dei ruoli e solidarietà sono i principi informatori dell’iconografia dei semata, del contenuto delle iscrizioni, della disposizione delle tombe e della selezione
    degli oggetti di corredo. Il linguaggio è costituito da un codice simbolico ampiamente condiviso dalla comunità. Lungi da essere una scelta arbitraria, essa è lo specchio di una realtà biografica. L’indagine delle sfere di attività dei proprietari rivela, infatti, un gruppo eterogeneo, che forniva allo stato talvolta
    i vertici della politica, ma soprattutto i gangli minori dell’amministrazione, quell’articolata massa di magistrati e funzionari che, con incarichi istituzionalmente temporanei, garantivano concretamente la sopravvivenza della polis. Attraverso un approccio multidisciplinare, basato sull’analisi minuziosa dei contesti archeologici e sull’indagine prosopografica sistematica, la ricerca si propone di delineare un identikit sociale dei committenti dei periboli. A dispetto di status economici e sociali disparati, l’assoluta omogeneità ideologica e la condivisione di aspirazioni e modelli comportamentali ci permettono forse di parlare di una ‘borghesia’ ante litteram.

    Daniela Marchiandi (Torino, 1972) si è laureata a Torino, ha conseguito la Specializzazione in Archeologia Greca presso la Scuola Archeologica Italiana
    di Atene e il Dottorato di Ricerca presso l’Università Orientale di Napoli. È stata assegnista di ricerca presso la cattedra di Storia ed Epigrafia Greca dell’Università di Torino. È autrice di vari contributi concernenti Atene e la presenza ateniese fuori dall’Attica.

    The broad spread of family tombs is a phenomenon peculiar to Classical Attica. It began in the second half of the fifth century and lasted until the end of the following century. It thus coincides with the golden age of Athenian democracy. In the so-called "funerary periboloi", the polites displayed, within the microcosm of his oikos, the correct functioning of the basic mechanisms on which the polis was founded. Hierarchy, differences in role, and solidarity are the informing principles of the iconography of semata, inscriptions, tomb arrangement, and grave-good selection. Together these form a symbolic code that was shared by the community as a whole. This form of communication, far from being arbitrary, reflects a biographic reality. The author's investigation of the activities of tomb owners indicates that they formed a heterogeneous group which, while it sometimes included political leaders of the community, mainly provided the lower nodes of the administration, a complex organization of temporarily appointed magistrates and officials who concretely guaranteed the survival of the polis. The author employs a multidisciplinary approach, based on a detailed analysis of archaeological contexts and a systematic prosopographical investigation, to come up with a social identikit of the individuals who commissioned the periboloi. Despite their diversity in wealth and social status, their absolute ideological homogeneity and their sharing of aspirations and behavioral models possibly entitle us to regard them as an "urban middle class" ante litteram