Tacito - Il libro quarto degli Annales. Introduzione, testo e traduzione, commento (e repertorio prosopografico) - Studi Latini; 83

di Crescenzo Formicola

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    Descrizione:

    In 8°, bross. edit. con bandelle, 288 pp.,

    Tacito privatizza la storia, e la storiografia, che si istituzionalizza come interpretazione di status interiori di personaggi pubblici più che di eventi di interesse pubblico. Bisogna distinguere tra narrazione dei fatti, che li hanno prodotti, sovrapposizioni mentali, infine, di chi quei fatti e quei pensieri ricostruisce. Lo storico attacca il Tiberio che per inquisitiones aveva tolto la libertà di scambiar parole e pensieri (Agr. 2,4), ed elogia l’uomo egregius vita famaque (ann. VI 51,3), quale egli ritiene che il principe fosse stato finché visse da cittadino privato o rimase alle dipendenze di Augusto, cioè fino a 56 anni! Germanico da un lato, Agrippina e Seiano dall’altro indubbiamente segnano la vita di Tiberio, forse non nella misura che la scrittura tacitiana vuol far credere, secondo la quale la spiegazione di tutto ciò che avviene è, appunto, negli antagonismi che il princeps avrebbe avvertito in maniera totalizzante, conformando i suoi umori e direzionando le sue decisioni sulla base di quella percezione e, quindi, sotto la spinta di una perenne sospettosità. Germanico e Seiano sono, nella ricostruzione tacitiana naturalmente, i due principali perni intorno a cui ruotano i comportamenti, reattivi, del principe, la cui vita è costantemente impegnata in un’azione di controllo di intenzioni, di azioni, di gesti, visti dall’imperatore come continuativamente lesivi della sopravvivenza del suo regime e, quindi, di lui stesso.