Luce, Amore, Visione. L'ottica nella lirica italiana del Duecento - Collana: Dulces Musae; 6 - non disponibile
di Marco Ariani, Simone Tarud Bettini
- Anno Edizione:
- 2013
- Collana/Rivista:
- Dulces Musae - Studi di filologia italiana
- Casa Editrice:
- Aracne Editrice - Roma
- Argomento:
- Letteratura e linguistica
- ISBN:
- 978-88-548-5987-6
Descrizione:
Prefazione di Emilio Pasquini
Pagine: 320
Formato: 17 x 24
Descrizione
L’ottica, scienza della visione e della luce, è nel Medioevo una disciplina di importanza fondamentale, in grado di rivolgersi tanto alle realtà eterne quanto a quelle terrene. Coltivata e amata dai più importanti filosofi e teologi (arabi e latini) vissuti fra X e XIII secolo, da Avicenna ad Alhazen, da Roberto Grossatesta a Witelo (passando attraverso Alberto Magno e Tommaso d’Aquino), la perspectiva diviene ora strumento di conoscenza di Dio e della Sua luce dispiegata attraverso i cieli, ora paradigma della conoscenza umana, ora branca della fisica totalmente dedita al fenomeno della visione. Non sono immuni al fascino di tale scienza i lirici italiani del Duecento, capaci di servirsi dell’ottica come corrispettivo scientifico dell’amore, e come repertorio vivo ed efficace di immagini poetiche. Questo studio ripercorre l’intreccio costante, nel primo secolo di vita della nostra poesia, fra lirica d’amore e scienza ottica, dalle prime e fondamentali prove dei Siciliani fino alle geniali innovazioni di Guido Cavalcanti.