Presentazione del libro Viaggi in Magna Grecia e dintorni in età antica

05 aprile 2018 - ore 19,18
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    Presentazione del libro  Viaggi in Magna Grecia e dintorni in età antica

    Giovedì 19 aprile 2018 dalle 18:30 alle 20:30 


    Presso Libreria del Mare, Via del Vantaggio 19, Roma


    Relatori

    dott. Carlo Ruta, saggista e storico del Mediterraneo, coautore

    prof.ssa Marcella Pisani, docente archeologia classica università Tor Vergata Roma

    dott. Pino Blasone, filosofo, giornalista

    dott. Pippo Cappellano, giornalista, documentarista, come coordinatore

    prof. Fabio Pierangeli, docente di letteratura di viaggi, Università Tor Vergata, Roma


    Testi di Daniele Castrizio, Massimo Frasca, Claudia Lambrugo, Maria Costanza Lentini, Carmelo Malacrino, Carlo Ruta e Fabrizio Sudano. Edizioni di storia e studi sociali, 2018, pp. 160.

    Il coinvolgimento delle poleis negli spostamenti verso la Magna Grecia dovette essere alquanto oneroso. Probabilmente, nello stesso nome Megálē Hellàs, con cui veniva identificato il tessuto dell’Ellade nei territori italici, è testimoniato in maniera implicita il grande sforzo che i coloni greci dovettero sostenere per dominare la natura mossa delle terre e reggere all’urto con le popolazioni indigene. Ma quei Greci dell’Occidente ebbero modo di dare stabilità alla loro presenza, restando ancorati, anche materialmente, al mare, fonte essenziale di sostentamento e base strategica della loro crescita economica e politica, per tanti versi straordinaria. Essi occuparono infatti capillarmente le coste del Tirreno, dello Ionio e dell’Adriatico dando luogo a una complessa geometria antropica. I Calcidesi dell’Eubea fondarono città destinate a diventare ricche e influenti come Cuma, che aprì intorno al 740 a.C. le colonizzazioni elleniche nella penisola, e Reggio. Gli Achei del Peloponneso diedero vita a città come Crotone, Metaponto e Sibari. Gli Spartani edificarono Taranto, che, gareggiando con Siracusa, diveniva una polis tra le più prestigiose dell’Occidente. Si trattò di un processo lungo, destinato a superare l’età arcaica: dissoltisi infatti i timori che si erano insediati nell’immaginario greco, gli spostamenti di popolazioni verso la penisola italica continuarono fino al V secolo, in piena età classico-periclea, quando gli Ateniesi fondarono la colonia di Thurii.

    Le rotte verso l’Occidente non si diramavano però solo dalla penisola greca, dove la natura impervia continuava a porre problemi materiali di sussistenza, tanto gravi da spingere con quasi regolarità alla ricerca avventurosa di terre da abitare. Esse erano seguite anche da poleis d’Oriente, dell’Asia Minore, in direzione della quale i Greci avevano avviato l’avventura delle colonizzazioni, e in particolare dalla Ionia, che lungo l’età arcaica, attraverso i commerci e le attività artigianali di Mileto e di altre città, era diventata di fatto l’area più progredita dell’Ellade. Furono abitanti di Colofone, polis della Ionia, a fondare intorno al 675 a.C., Siris, in Lucania. Coloni di Focea intorno al 540 a.C. edificarono, nel territorio campano, la città di Elea. E ad animare questo flusso, oltre la Ionia, furono anche abitanti di Samo, che intorno al 528 a.C. fondavano, in territorio campano, Dikaiarchia, cioè la città del «giusto governo», finita presto sotto l’influenza di Cuma.