Lacerba (Periodico quindicinale) Anno II, (annata completa), Firenze 1914

di Gianni Eugenio Viola

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  • Prezzo: € 40.00
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    Descrizione:

    pp. 340
    Collana: Biblioteca Delle Avanguardie

    Legata alla prima ed 'eroica' fase del Futurismo, la rivista 'Lacerba' fondata a Firenze da Papini e Soffici fu la più diffusa testata del movimento. Costava i famosi 'quattro soldi', veniva in gran parte acquistata dal ceto popolare ed operaio, accoglieva le più disparate collaborazioni sempre in un'ottica di intelligente provocazione. La massiccia presenza dei futuristi inizia da metà 1913, e su 'Lacerba' pubblicano anche il "Programma politico futurista" (seguito da una Postilla di Papini) in occasione delle prime elezioni a suffragio universale.
    Nella 'Biblioteca delle Avanguardie' viene riproposto un segmento (forse il più significativo) della sua storia: quell'annata 1914 nella quale si consumò l'accordo e s'aprì il contrasto tra gruppo milanese e gruppo fiorentino dei futuristi, si definì la linea bellicista e interventista, si registrarono, tra i tanti significativi, i contributi di Apollinaire (con il famoso manifesto L'antitradizione futurista) e Palazzeschi, presente con liriche come Una casina di cristallo, Postille, Pizzicheria, Papini e Tavolato scrivono articoli scandalistici come Freghiamoci della politica di Papini, ed Elogio della prostituzione, Bestemmia contro la democrazia di Tavolato.
    Ma lo spirito più profondo che animò la creazione e la vita della testata è certo quello contenuto in uno dei punti programmatici dichiarati da Papini: 'Le religioni, le morali, le leggi hanno la sola scusa nella fiacchezza e canaglieria degli uomini e nel loro desidero di star più tranquilli e di conservare alla meglio i loro aggruppamenti. Ma c'è un piano superiore - dell'uomo solo, intelligente e spregiudicato - in cui tutto è permesso e tutto è legittimo. Che lo spirito almeno sia libero!'