L'Onomastica di Roma. Ventotto secoli di nomi - Quaderni Italiani di RIOn; 2/2009 - Enzo Caffarelli - Paolo Poccetti - Esaurito

di Enzo Caffarelli, Paolo Poccetti

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    Descrizione:

    Ogni città o centro abitato costituisce un patrimonio ricchissimo di nomi propri: toponimi, nomi di aree di circolazioni e di costruzioni, cognomi nomi personali e soprannomi, nomi di istituzioni, associazioni, monumenti, esercizi commerciali, aziende e servizi, nomi della tradizione folklorica, blasoni popolari ed etnici per designare gli abitanti, ecc. L’onomastica racconta la fondazione, la storia con la S maiuscola e quella quotidiana di uomini e donne che, generazione dopo generazione, hanno popolato e vissuto quei luoghi. Spiega immagini, ricordi, eventi di cronaca, costumi, tradizioni.
    L’onomastica di Roma presenta un carattere speciale a motivo della sua ricchezza storica, culturale, sociale, delle complesse stratificazioni che una città antica, assolutamente unica nel suo genere, ha subìto nel corso della sua storia plurimillenaria Per tale motivo i curatori di questo volume hanno proposto un convegno internazionale, celebratosi nell’aprile 2007, che tenesse conto della molteplice tipologia dei nomi propri, dell’approccio interdisciplinare che gli studi onomastici implicano e impongono e dell’utilità e interesse di un’analisi che fosse diacronica e sincronica a un tempo: non in grado, certo, di render conto di tutti gli àmbiti onimici di ogni epoca; ma capace, almeno, di cogliere aspetti diversi e complementari dei nomi propri di Roma in epoca antica, così come nel Medioevo, in età moderna e nella più stretta attualità.
    L’idea è maturata dal gruppo di linguisti che fa capo alla cattedra di Glottologia (Dipartimento di Antichità e Tradizione classica) della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma 2 “Tor Vergata”, e in particolare degli interessi e degli studi onomastici di Paolo Poccetti, nonché nel quadro della nascita del Laboratorio Internazionale di Onomastica, creato presso lo stesso Dipartimento con il coordinamento scientifico di Enzo Caffarelli che ha tenuto nell’ateneo romano, negli anni accademici 2006-2007 e 2007-2008, un corso di Onomastica.
    Ma l’onomastica – una disciplina scientifica con le proprie regole, le proprie tassonomie, il proprio metalinguaggio – per quanto legittimamente considerata legata alla linguistica, a ragione degli aspetti motivazionali che si affiancano a quelli etimologici è interdisciplinare per eccellenza. Per questo al convegno hanno partecipato studiosi esponenti di differenti discipline, accomunati dall’interesse professionale per le vicende storiche, linguistiche, letterarie, archeologiche, topografiche, religiose, demografiche e culturali senso latu della Città Eterna. Tra di loro, docenti di grande esperienza e di fama internazionale, ma anche studenti laureandi in specialistica (Linguistica in particolare) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma 2 “Tor Vergata”; e a questi ultimi va il merito di aver accolto l’invito degli organizzatori a svolgere ricerche sul campo per produrre studi analitici che mostrano nell’applicazione di metodologie innovative, oltre che nei risultati raggiunti, il loro maggior pregio.
    Si è così discusso di nomi, cognomi e altri nomi personali, dalla discussa etimologia della città e del suo fondatore ai prenomi di moda imposti con più frequenza nel XXI secolo ai nuovi nati. Di come ci si chiamava a Roma nel Medioevo, nel Rinascimento, in epoca moderna. Dal “nome segreto” di Roma e dai toponimi antichi ai nomi moderni delle strade della capitale e alle ridenominazioni in epoca giacobina e durante l’era fascista. Dai nomi della tradizione popolare e dalla lunga storia dei teatronimi della città, a quelli dei personaggi in romanzi e poesie d’ambientazione romana, fino ai nomi imposti ai cani.
    Il Comune di Roma, sollecitato dall’originalità e dalla vivacità interdisciplinare della proposta convegnistica, ha collaborato alla promozione dell’evento e ha messo a disposizione, per la celebrazione della prima delle tre giornate di congresso, la prestigiosa Sala della Protomoteca in Campidoglio. La seconda giornata si è invece tenuta in una sala di Palazzo Venezia; l’ultimo giorno di convegno, coincidente con i Natali di Roma (21 aprile) e dedicato all’area del Municipio VIII, dove insistono le strutture di Tor Vergata, e in particolare all’area comunemente denominata “Tor Bella Monaca”, ha trovato il suo spazio naturale nel teatro di Tor Bella Monaca.
    La pubblicazione di questo volume è stato possibile grazie a un finanziamento disposto dall’allora Rettore di “Tor Vergata”, Alessandro Finazzi Agrò, il quale, aprendo i lavori del convegno in Campidoglio già aveva concretamente sottolineato il grande valore interdisciplinare degli studi onomastici.
    Questi Atti si presentano suddivisi in sette sezioni, in corrispondenza – salvo qualche piccolo spostamento e aggiustamento – dell’articolazione originaria del convegno. La prima sezione, comprendente sei relazioni, è dedicata ai nomi di Roma antica e in particolare: al nome Roma e al nome Romolo (Carlo De Simone e Aldo Luigi Prosdocimi con differenti punti di vista), al nome segreto di Roma (Giorgio Ferri – ma anche la relazione di Prosdocimi se ne occupa), agli antroponimi greci in uso nella Roma antica (Heikki Solin), ai nomi di santi e martiri utilizzati per denomoinare o localizzare edifici di culto o complessi cimiteriali (Paola De Santis), nonché all’odonimia: quella di Roma antica (Paolo Poccetti) e quella che, nella Roma moderna, ricorda e celebra personaggi dell’antichità (Anna Pasqualini).
    La seconda sezione, “I nomi di Roma medievale”, ci porta cursoriamente nella Roma dell’età di mezzo e agli albori dell’era moderna con le analisi antroponimiche di Jean-Marie Martin e di Anna Esposito, quest’ultima dedicata al repertorio della comunità ebraica.
    Ma dell’epoca classica e di quella medievale troviamo saggi anche nella terza sezione “Nomi di donna a Roma” che, a partire da questo denominatore comune, spazia diacronicamente dai nomi delle cortigiane, delle ballerine e delle attrici di Roma antica (Fabio Stok) e dagli pseudonimi, dai soprannomi e dai nomignoli eufemistici usati dai poeti latini per celebrare le loro amate (Paolo Marpicati), all’onomastica femminile della Roma medievale (Tommaso di Carpegna Falconieri) fino ai nomi di donne presenti nel repertorio odonimico romano attuale (Maria Silvia Rati) e ai nomi imposti con maggiore frequenza alle bambine nate a Roma nel XXI secolo, confrontate anche con i ranghi e le occorrenze di altre città italiane (Francesco Sestito).
    Questa terza sezione ha rappresentato un convegno nel convegno, essendo il risultato di un progetto da tempo concepito presso la Cattedra di Glottologia di “Tor Vergata” e qui realizzatosi in un contesto allargato che ha dato maggior respiro e contesto alle analisi al femminile.
    La quarta sezione, “I nomi di Roma moderna e contemporana”, comprende cinque contributi di contenuto assai vario: sono infatti dedicati alla riorganizzazione toponimica all’epoca della Repubblica Romana del 1798-99 (Marina Formica), al composito repertorio cognominale di Roma capitale (Enzo Caffarelli), ad alcuni aspetti storico-sociali e culturali della toponimia urbana contemporanea (Sergey Nikitin), alla storia dei nomi dei cinematografi (Sergio Raffaelli) e a un repertorio contemporaneo di cinonimi (Paola Cantoni).
    Segue la sezione che ha per oggetto “I nomi nella letteratura e nella tradizione popolare romana”, con l’approfondito quadro dell’antroponimia in Giuseppe Gioachino Belli (Marcello Teodonio), l’altrettanto ricca analisi onomastica di personaggi della tradizione popolare (Luca Lorenzetti) e uno studio specifico sui soprannomi nel Romanzo criminale di Giuseppe De Cataldo (Marta Abbate).
    La sesta sezione, “Roma nelle lingue e nei dialetti”, si articola in quattro contributi: due dedicati al nome di Roma nella lingua e nei dialetti italiani e in altre lingue del mondo (Giorgio Marrapodi e Francesca Chiusaroli); uno alla presenza nel lessico e nei modi di dire di personaggi storici come Giulio Cesare (Roberto Randaccio); e il quarto agli aggettivi e ai sostantivi formati a partire dai nomi dei calciatori della storia della squadra della Roma (Francesca Dragotto).
    Infine, l’ultima sezione, particolarmente nutrita, come indica il titolo, “L’onomastica di Tor Bella Monaca e del Municipio delle Torri”, concerne l’area del sud-est della capitale in cui sorge l’Università di Roma 2 “Tor Vergata”, ossia l’VIII Municipio che, se fosse autonomo, corrisponderebbe alla 13ª città italiana per popolazione (!). Accanto a studiosi di topografia e di toponomastica medievali, di demografia e di storia antica e moderna (Ilaria Aliquò, Adriano Ruggeri, Susanna Passigli), quattro gruppi di studenti di “Roma 2 Tor Vergata”, specializzandi in Linguistica, hanno realizzato innovative ricerche sul campo e presentano i risultati delle loro inchieste. Si è potuto un tal modo stabilire, nel quartiere di Tor Bella Monaca, perché le strade portano quei nomi e se le insegne ufficiali coincidono con le denominazioni nel registro ufficiale e quotidiano che risponde a una differente mappa mentale degli abitanti; quali sono i soprannomi dei residenti e con quali motivazioni; quali i nomi dati ai nuovi nati e i cognomi più tipici in relazione al resto di Roma, offrendo così un solido contributo alla mappa delle provenienze dell’emigrazione interna, quali, poi, le tipologie onimiche degli esercizi commerciali.
    Nonostante la mole, questo volume non è che un piccolo passo avanti nello studio dell’onomastica di Roma, che meriterebbe approfondimenti e arricchimenti in ogni direzione. La nostra speranza è duplice. Da una parte, che altre città possano accogliere un simile modello di analisi per valorizzare la propria storia e cultura atraverso i nomi propri. Dall’altra, che possano crearsi nuove occasioni in Roma per dare un rinnovato impulso agli studi onomastici