IL CIRCO MASSIMO e le strutture adiacenti. Guida Archeologica - AR; 17
di Giuseppe Lugli, Maria Elisa Garcia Barraco
- Anno Edizione:
- 2016
- Collana/Rivista:
- Antichita’ Romane - AR
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Beni culturali, restauro e tutela del patrimonio culturale
- ISBN:
- 978-88-97805-83-0
Descrizione:
(Mitreo, Portico e Collegium Praeconum)
Guida Archeologica
In 8°, bross. edit., 70 pp., ill.ni in b/n e tavole f.t.
Il più antico e grande impianto per spettacoli della romanità, il Circo Massimo era in grado di ospitare, secondo Plinio il Vecchio, più di 250.000 spettatori, a cui si aggiungevano quelli che osservavano gli spettacoli dalle costruzioni accessorie, fondate sulle pendici dei colli vicini, arrivando a circa 320.00. L’ampiezza della valle Murcia, lunga circa m. 600 e larga 150, permise il graduale ampliamento della cavea fino alla forma odierna, e lo rese il Massimo dei circhi romani. La tradizione lo vuole fondato da Romolo che qui organizzò le prime gare di carri in onore del dio Consus e il famoso ratto delle Sabine. Molti i rifacimenti e le ricostruzioni del Circo nel corso dei secoli e numerose anche le riorganizzazioni urbane dell’area per permettere e di far confluire e defluire una massa umana di enormi proporzioni. L’accesso al pubblico era gratuito, lo spettacolo dei ludi magni iniziava con una pompa, simile a quella dei grandi trionfi, in cui venivano portate su carri (tensae) o su portantine (ferculae) immagini preziose di divinità, vasi, trofei d’armi, opere d’arte celebri, mentre passavano in corteo, magistrati, cavalieri, sacerdoti e tutto il personale che prendeva parte ai giochi. Nel periodo imperiale, normalmente potevano partecipare alle competizioni quattro “squadre” (factiones), ognuna identificata da un colore: i Verdi, gli Azzurri, i Rossi e i Bianchi. I palazzi imperiali sul Palatino furono appositamente costruiti in posizione prospiciente al circo, con accesso diretto al podio imperiale. La fastosa costruzione, la più ricca, forse, di Roma antica, esercitò un grande fascino su tutti i cittadini dell’Impero, così da essere più volte riprodotta in bassorilievi, mosaici, gioielli e monete. Alcuni frammenti della Forma Urbis severiana permettono una ricostruzione abbastanza precisa del Circo Massimo e delle strutture ad esso adiacenti all’inizio del III secolo d.C.
INDICE
PARTE I - CIRCUS MAXIMUS
G. Lugli
I.1 - Introduzione
I.2 - Storia
I.3 - Struttura
I.4 - Scavi
Bibliografia
PARTE II - STRUTTURE ADIACENTI AL CIRCO MASSIMO
G. Lugli
II.1 - Mitreo ad Circum Maximum
II.2 - Portico sotto S. Anastasia
II.3 - Collegium Praeconum, la sede degli araldi pubblici
PARTE III - TOPOGRAFIA DEL CIRCO MASSIMO NELLA FORMA URBIS SEVERIANA
M. E. Garcia Barraco
III. 1 - Le dimensioni del Circo Massimo descritte da Dionigi di
Alicarnasso nelle Antiquitates
III. 2 - Il Circo Massimo nella Forma Urbis Severiana
III. 3 - Frammenti della Forma Urbis con strutture pertinenti
al Circo Massimo
PARTE IV - ICONOGRAFIA DEL CIRCO MASSIMO NELLE MONETE DI EPOCA IMPERIALE
M. E. Garcia Barraco
IV.1 - La testimonianza numismatica
IV.2 - Sesterzio di Traiano
IV.3 - Aureo di Settimio Severo
IV.4 - Il Circo Massimo nelle monete di Caracalla
IV.5 - Il Circo Massimo nei contorniati
IV.6 - Il Circo Massimo nella Terracotta di Teurnia
APPENDICE - IL CIRCO MASSIMO NELLE ANTICHITÀ DI ROMA DI PIRRO LIGORIO
M. E. Garcia Barraco
1. - Del Circo Massimo
2. - Dell’origine, et significato dei lvdi, et del Circo Massimo
3. - Significato del circo, et delle cose d’esso