LA FILOSOFIA EBRAICA OGGI. ORIZZONTI, PERCORSI E PROBLEMI

di Aa.Vv.

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    Descrizione:

    caratteristiche editoriali:
    formato cm 17x24; 110 pp.


    I testi qui raccolti sono emblematici delle perenni difficoltà di definire cosa significhi "pensare ebraicamente". Esiste davvero una "filosofia ebraica"? E come si distingue da una "filosofia del giudaismo", dalla "teologia rabbinica" o semplicemente dal "pensiero ebraico"? E se tali espressioni non fossero che degli ossimori, che offuscano – più che chiarire – il codice genetico del filosofare a partire dalla natura propria della vita ebraica? Senza avere la pretesa di esaurire lo spettro delle risposte possibili a queste domande, le pagine che seguono sono eco di una ricerca da parte di alcuni studiosi, donne e uomini, che hanno sondato la tradizione ebraica e la stessa autocoscienza degli ebrei contemporanei, e possono forse aiutare ad interpretare i dubbi e le responsabilità che ogni generazione si trova dinanzi nel proprio dovere di "fare e ascoltare" il matan Torà, il 'dono' della rivelazione del Sinai.
    Certo, i temi specifici di ogni "pensiero di Israele" – dove il genitivo è ad un tempo soggettivo e oggettivo – restano l'indagine del significato dell'esistenza ebraica, l'alleanza tra Dio e il popolo che accettò la Torà al Sinai, il senso di quell'elezione in rapporto agli altri popoli, il valore dei riti e delle preghiere nonché degli insegnamenti etici dei Profeti, e non da ultimo le implicazioni della Shoah e della rinascita di uno stato ebraico.
    E tuttavia in queste riflessioni riverbera un'interrogazione in più, che il giudaismo condivide con il resto del mondo occidentale: che ne è oggi della ratio, della ragione, dinanzi al 'ritorno del sacro' nella sfera pubblica? In un incredibile capovolgimento delle sorti, non rischia forse la fede – qui la fede trasmessa dal giudaismo rabbinico – di essere investit oggi, prima di ogni altra missione, del compito di dire parole di salvazione e fiducia proprio nei confronti della ragione umana? Non sarebbe questo uno straordinario contributo del pensiero ebraico, sulla scorta delle proprie fonti e in continuità
    con la propria bimillenaria storia (se iniziamo da Filone), non solo alla cultura degli ebrei ma anche alla civiltà occidentale?